Progetto per Nuoro: “La città nel baratro per colpa di una Giunta che perde pezzi”

Sonia

Progetto per Nuoro: “La città nel baratro per colpa di una Giunta che perde pezzi”

mercoledì 17 Gennaio 2024 - 17:03
Progetto per Nuoro: “La città nel baratro per colpa di una Giunta che perde pezzi”

Il Consiglio comunale

«Continuiamo ad assistere al progressivo sfarinamento della coalizione pro Soddu sindaco, che non prometteva niente di buono sin dall’inizio». Lo evidenziano gli esponenti di Progetto per Nuoro dopo le dimissioni dell’assessore alle Attività produttive Grazia Mele.   Il movimento rappresentato in consiglio comunale da Lisetta Bidoni sottolinea  come il caos politico e l’ambiguità siano le prerogative di questa Giunta: «La revoca delle deleghe ai due assessori tecnici (uno di area PD e uno di area Riformatori), il siluramento di un’assessora (Italia in Comune), il sostegno di consiglieri di centrodestra, la costituzione del gruppo misto (2 ex Italia in Comune, 1 ex centrodestra, 1 ex Andrea Soddu Sindaco), commissioni consiliari bloccate, sedute del Consiglio comunale disertate. E oggi le dimissioni dell’assessora alle attività produttive Maria Grazia Mele (nominata il 13-01-2023) per motivi personali, come dichiarato a mezzo stampa».

 Per Nuoro ciò significa precipitare in un baratro sempre più profondo: «La competizione elettorale per la elezione del Consiglio regionale, che vedrà candidati – parrebbe – il sindaco Soddu, il presidente del Consiglio comunale Cocco e quattro o cinque consiglieri (con collocazioni politiche in libertà), preannuncia tempi ancora più difficili, che porteranno all’ulteriore paralisi dell’azione politica e amministrativa, al consolidarsi e al moltiplicarsi dei problemi, con buona pace della città che da tre anni attende inutilmente la soluzione delle tante partite aperte, nessuna delle quali ad oggi portate a termine».

L’invito del movimento è quello che «Soddu, come più volte abbiamo consigliato, avesse rassegnato le proprie dimissioni e restituito la parola alle elettrici e agli elettori. Oggi la città non si sarebbe trovato con un Consiglio comunale che politicamente non rappresenta più il mandato ricevuto dal corpo elettorale e un quarto dei componenti pronto a lasciare il seggio comunale per il più “prestigioso” scranno regionale».

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