Disturbi alimentari. Azzerati i fondi per gli ambulatori: a rischio le cure per migliaia di pazienti

Sonia

Disturbi alimentari. Azzerati i fondi per gli ambulatori: a rischio le cure per migliaia di pazienti

mercoledì 17 Gennaio 2024 - 09:18
Disturbi alimentari. Azzerati i fondi per gli ambulatori: a rischio le cure per migliaia di pazienti

Migliaia di pazienti sardi affetti da disturbi alimentari rischiano di vedere interrotto il percorso di cure specifiche a causa dell’azzeramento dei fondi destinati agli ambulatori che trattano malattie di questo tipo. Una disposizione prevista dalla legge di bilancio 2024 recentemente approvata dal Parlamento. Sul tema è intervenuto Roberto Deriu, consigliere regionale del Partito Democratico, primo firmatario di una interrogazione rivolta all’assessore regionale alla sanità.

«Quei fondi avevano permesso di creare nuovi ambulatori istituiti appositamente per prendere in carico i pazienti con tali patologie – spiega Deriu –. Con l’azzeramento del contributo, le strutture presenti in Sardegna rischiano di chiudere, con tutte le gravi conseguenze che ciò comporta».

La denuncia di tale situazione arriva dal Ministero della Salute, che ha dichiarato il rischio di interruzione delle cure per circa 22.000 pazienti al 60% in carico nei centri del Sud e delle Isole. Prima del Covid i morti annui per disturbi alimentari si aggiravano intorno ai 3000 l’anno, un numero già elevatissimo, mentre nel 2020 sono stati ben 5000. Non solo: anoressia, bulimia e altri disturbi del comportamento alimentare sono la seconda causa di morte tra gli adolescenti, dopo gli incidenti stradali, con un bilancio di 3.780 decessi in Italia nel 2023.

«I numeri sono impietosi e si commentano da soli – prosegue il consigliere dem –. È doveroso che la Regione e l’assessore alla sanità intervengano con urgenza per rimediare a questa grave situazione: è fondamentale scongiurare la chiusura degli ambulatori indispensabili per le cure dei pazienti affetti da patologie derivanti da disturbi alimentari e garantire così il diritto alla salute di tutti i cittadini, già duramente messo alla prova in questi ultimi anni», conclude Roberto Deriu.

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