di Michele Pintore
Nuoro dice addio a Giuseppe Tanchis, grande e potente voce lirica della città. All’età di 95 anni, intorno alle 20,00 di ieri, 5 gennaio 2023, è calato il sipario su quella che senza dubbio si può ritenere la più bella voce nuorese e una delle più grandi voci tenorili espresse dalla Sardegna.
Gli inizi giovanili al Conservatorio Santa Cecilia di Roma, con il fraterno amico, il tenore Nedo Pirisino (altra grande voce nuorese del passato e indubbia promessa della lirica nazionale). L’abbandono in seguito degli studi di canto presso lo stesso conservatorio, che portò all’interruzione di una brillante e promettente carriera lirica. Dal 1966 prestigiosa voce solista del Coro Barbagia, di cui divenne il primo insuperato e insuperabile interprete del brano Non potho reposare.
Con la morte di Giuseppe Tanchis Nuoro resta orfana di quella che per oltre mezzo secolo ha rappresentato un vero e proprio pezzo di storia canora cittadina. Una storia, come quella di tanti giovani nuoresi del secondo dopoguerra, nata negli anni ‘50 all’ombra della vecchia delle chiesa Grazie nell’antico rione di Seuna, in una Nuoro che con fatica tentava di risollevarsi dopo la grande tragedia della guerra.
Tutto iniziò quando un deciso e determinato insegnante di musica, il maestro Tommaso Madrigali (1884 – 1962), vero e proprio punto di riferimento musicale di allora, grazie sopratutto al contributo dei padri Giuseppini, che allora amministravano la parrocchia delle Grazie, mise su tra tante difficoltà il primo coro polifonico e le prime attività musicali cittadine. In quel fertile ambiente musicale si formò il giovanissimo Giuseppe Tanchis, che presto incontrò come “compagni di viaggio” numerosi personaggi che poi sarebbero diventati protagonisti dell’attività musicale nuorese (a cominciare dal fratello Diego, classe 1933, dotato di grande voce di basso-baritono e Luciano, classe 1936, poi componente del Coro di Nuoro). E nomi che in seguito avrebbero fatto la storia della polifonia sarda, come quello di Banneddu Ruiu, storico fondatore del Coro Barbagia nel 1966 (approfondisci), che in seguito con il Coro di Nuoro di Giampaolo Mele, avrebbero dato vita a quella travolgente avventura della “coralità nuorese” che poi avrebbe coinvolto tutti i cori polifonici folcloristici della Sardegna; Nedo Pirisino, grande tenore lirico leggero, poi voce di spicco del prestigioso coro della “ Cappella Sistina” in Vaticano; Franco Oppo, futuro colto compositore di musica neoclassica e aleatoria. Furono questi i primi approcci musicali del giovane Giuseppe Tanchis, approcci nati all’insegna di quella che poi sarebbe diventa la sua più grande passione, una vera e propria ragione di vita, il canto lirico.
“Non potho reposare” interpretata dal Coro Barbagia di Nuoro nel 1966
Una passione nata in famiglia fin da ragazzo, quando insieme ai fratelli, Diego e Luciano, nel salotto buono di casa andava a rovistare tra i vecchi dischi de La voce del padrone, che il padre dott. Bachisio gelosamente custodiva in un apposito mobile. La curiosità del ragazzo, lo portò un giorno alla scoperta e all’ascolto di un disco del celebre baritono toscano Gino Bechi, allora grande cantante lirico tra i più acclamati, e fu subito amore a prima vista tra il giovane Giuseppe e la voce del grande cantante, che da allora cercò subito di imitare. Tanta fu l’attrazione esercitata da quella splendida voce, che da allora decise di iscriversi al conservatorio per intraprendere la carriera di baritono. Fu così che si iscrisse al Conservatorio P. L. da Palestrina di Cagliari, dove i suoi primi insegnanti si trovarono indecisi nel classificare la voce del giovane allievo nuorese (giudicata come una voce robusta e ampia con estensione verso il registro tenorile). L’indecisione portò Giuseppe Tanchis ad iscriversi al Conservatorio di Santa Cecilia di Roma, dove la docente di canto, la prof.ssa Geny Sadero, scoprì che il giovane allievo possedeva indiscutibilmente un ottimo registro di tenore lirico (vista l’ampia estensione nel registro alto). Con la nuova impostazione vocale di tenore Giuseppe Tanchis prosegui con successo gli studi romani, studi che purtroppo dovette interrompere bruscamente dopo un anno a causa di gravi motivi familiari che lo obbligarono a rientrare in famiglia a Nuoro, ponendo così fine a quella che indubbiamente si prospettava come una promettente e brillante carriera di giovane promessa del canto lirico nazionale.
Tramontati definitivamente i progetti di cantante lirico, una volta rientrato a Nuoro, Giuseppe Tanchis non interruppe comunque la sua attività canora, entrando a far parte della corale “Santa Maria della Neve”, diretta dal maestro don Pietro Cottu. Nella nuova compagine divenne incontrastato tenore solista in brani lirici e di musica sacra, insieme ad altre grandi voci nuoresi, come: Antonietta Chironi, Luisa Guiso e i fratelli Matteo e Gioacchino Scrugli. Fece parte inoltre del coro della cattedrale di Nuoro, diretto da don Sergio Piras (coro “I ragazzi di don Sergio”), composto dai cantori: Piero Ticca, Gavino Are, Salvatore Rubeddu, Efisio Melis, Mario Usai, Tonino Sanna, Luciano Tanchis, Michele Pintore, Antonio Serusi, Matteo e Gioacchino Scrugli. Nel 1966 fece parte dei fondatori del “Coro Barbagia” di Nuoro (approfondisci), diretto dal maestro Banneddu Ruiu, con cui, sempre nello stesso anno contribuì all’incisione lavoro discografico della RCA Italiana “Sardegna canta e prega”, un lavoro destinato a diventare una vera e propria pietra miliare del canto corale polifonico sardo. Nel lavoro discografico Giuseppe Tanchis si dimostrò, insuperato e insuperabile interprete solista di brani famosi, come “Non potho reposare” (approfondisci) e “In su monte ‘e Gonare”. Con la scomparsa di Giuseppe Tanchis, Nuoro e la Sardegna tutta perdono una delle voci più rappresentative, una grande voce che ha portato con successo alla diffusione del canto sardo oltre i confini dell’Isola.
50° anniversario della fondazione del Coro Barbagia
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