Giovedì 21 dicembre alle 10.30, di fronte al palazzo della Regione in via Roma a Cagliari, è in programma un sit-in organizzato dal comitato sardo No.Nucle-No.Scorie, in contemporanea all’Assemblea degli Stati Generali convocati dal Consiglio Regionale alla presenza del governatore Solinas, dell’ANCI, CAL, dei rappresentanti dei vari territori dell’Isola per discutere sull’inserimento di alcune zone della Sardegna tra i siti in cui sarà possibile collocare il deposito unico nazionale di scorie nucleari.
“Una scelta contro la quale si sono espresse a suo tempo tutte le realtà sarde – scrive il comitato No.Nucle-No.Scorie – in varie occasioni con numerose prese di posizione, Enti locali, Regione, C.E.I, Referendum del 2011, il Ministro Fratin e Governo non possono ignorare″…
“Avviene – aggiunge – approfittando dello stato di miseria, spopolamento, di numerosi comuni sardi, ai quali viene offerta l’elemosina per la sopravvivenza con l’invito a candidarsi per ospitare il sito, rappresenta un pericolo per il nostro territorio, un altro obietivo sensibile in caso di guerra, oltre le basi militari. È certo che nessun sindaco sarà disponibile al gravame radioattivo, – conclude il Comitato- annuncia di vigilare affinchè non venga individuata la Sardegna come sito, fa appello alla mobilitazione di massa e popolare con bandiere e magliette come è avvenuto il 7 giugno 2015 in occasione de Sa die No.Nucle″…
Il presidente della Regione Cristian Solinas ha dichiarato: «La Sardegna si è già espressa a suo tempo con un NO che non poteva lasciare spazio a dubbi. La riproposizione della Sardegna come sede di deposito di rifiuti nucleari, rappresenta un attacco frontale che la Regione e l’intero Popolo sardo non sono disposti ad accettare. Reagiremo, senza indugio o tentennamenti, con ogni strumento democratico a disposizione. Sarebbe inaccettabile che si calpestassero esiti referendari e specifiche norme regionali, di cui la Sardegna ha voluto dotarsi per scongiurare inaccettabili forme prevaricatorie come queste. Prenderò immediati contatti con i vertici del Governo – conclude Solinas – per accertarmi che la leale collaborazione fra istituzioni e la correttezza dei rapporti fra Stato e Regione non sia stata compromessa».
Nella Carta Nazionale delle Aree Idonee (CNAI), sono 21 le zone indicate tra oristanese e sud dell’Isola.
Si tratta di OR-60 Oristano: Albagiara, Assolo, Usellus. OR-61 Oristano: Albagiara, Usellus. SU-31 Sud Sardegna: Mandas, Siurgus Donigala. SU-44 Sud Sardegna: Segariu, Villamar. SU-45 Sud Sardegna: Setzu, Tuili, Turri, Ussaramanna. SU-47 Sud Sardegna: Nurri. SU-73_C Sud Sardegna: Ortacesus. SU-74 Sud Sardegna: Guasila.
Nel 2021 la Sogin aveva pubblicato una prima mappa di 67 aree potenzialmente idonee, basata su 28 criteri di sicurezza fissati dall’INSN, l’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare, fra questi criteri ci sono la lontananza da: zone vulcaniche, sismiche, di faglia a rischio dissesto, insediamenti civili, industriali, militari.
Sono escluse le aree naturali protette, quelle oltre i 700 metri sul livello del mare, a meno di 5 km dalla costa, con presenza di miniere e pozzi di petrolio o gas, di interesse agricolo, archeologico e storico. E’ richiesta infine la disponibilità di infrastrutture di trasporto, su questa prima lista di 67 siti, è stata aperta una consultazione pubblica con gli enti locali e i cittadini interessati. Al termine di questa, Sogin ha stilato la lista finale dei 51 siti idonei..
Anche Sicilia, Basilicata hanno espresso contrarietà, il presidente della Regione Lazio Rocca ha dichiarato: «Mi auguro che nessun sindaco del Lazio candidi il proprio comune ad ospitare il sito».
F,Nieddu