Nuoro. Continua lo sfacelo dell’ex Mulino Gallisai: cadono a pezzi anche le strutture di protezione

NUORO – Le ultime notizie riguardanti l’ex Mulino Gallisai risalgono ai primi di maggio 2022 e non erano di certo confortanti. Un incendio di probabile origine dolosa, infatti, era scoppiato intorno alle sette del mattino al secondo piano della struttura  divorando quasi tutti gli arredi e i macchinari d’epoca ancora presenti nei locali dopo la dismissione delle attività di lavorazione della farina e produzione di pasta.

Gli arredi del Mulino distrutti dalle fiamme

Per anni, prima e dopo il rogo, non si è fatto che diffondere proclami di finanziamenti milionari, di riqualificazione, di rilancio, di trasferirvi l’università, ma poi, alla resa di conti, il “mulino a vapore, con annesso un pastificio, che riempiva di battiti, come di un grande cuore, tutta la contrada”, e i cui “palmenti lavoravano giorno e notte, e tra il velo finissimo di farina brancolavano le ombre dei figli di Don Pasqualino, che lavoravano come gli operai, più degli operai, con la dedizione tumultuosa che sempre hanno i signori, quando scoprono il lavoro”, per citare il grande Salvatore Satta, e il suo sempre grande Giorno del Giudizio, giaceva e. continua a giacere in completo abbandono e nel degrado più totale.

L’Ex Mulino Guiso Gallisai (foto S.Novellu)

E il fatto ancora più grave è che lo sfacelo si compia nel cuore di quell’Atene sarda di cui ci si continua a riempire la bocca, e del cui prestigio si continua a tentare di sfruttare l’immagine e il ricordo, nonostante ormai si sia frapposta la distanza di un secolo senza che se ne siano rinverditi i fasti.

Siamo, infatti, nel cuore del rione di Santu Predu, a due passi dalla casa natale di Grazia Deledda, spazio museale gestito dall’ISRE che ogni anno accoglie oltre dieci mila visitatori. E quei turisti, oltre ai nuoresi, di certo osservano quella struttura in abbandono (che, se opportunamente salvaguardata, oggi avrebbe potuto essere quanto meno un esempio di archeologia industriale come pochi), e in tanti si chiederanno che cosa sia e vi si avvicineranno per osservarla più nel dettaglio. E noteranno che cade a pezzi e con essa cadono a pezzi anche le strutture di protezione che la caratterizzano da decenni, ormai anch’esse fatiscenti, mettendo a rischio anche l’incolumità dei passanti, nonostante l’area sia stata transennata, come da tradizione, e liberata pochi giorni dopo dai passanti stufi di attendere gli interventi di ripristino.

Tracce di grasso sul selciato di via Grazia Deledda

Per non parlare delle colature di grasso lasciate sul selciato dagli arrostitori che che in occasione di Mastros e Galanias Nugoresas hanno operato nella zona, senza che nessuno si sia adoperato per rimuoverle.

Chissà che il clima elettorale che si fa sempre più persistente non ci riservi qualche sorpresa e qualcuno non sfoderi dal cappello qualche nuova trovata sulla prossima destinazione d’uso dell’ex mulino a vapore e sulla innovativa strategia da adottare per metterla in pratica. (S.N.)

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Salvatore