Si chiama “Filippo Turetta bravo ragazzo” ed è la pagina Facebook aperta da ignoti per «confutare le illazioni su un bravo ragazzo vittima del pressappochismo dei media». Prontamente chiusa comunque gli hater continuano a scrivere su internet inneggiando al patriarcato e al ritorno agli anni 20 “quando la donna stava a casa e il marito andava a lavorare”. Intanto prosegue la ricostruzione della dinamica dell’omicidio della giovane studentessa. Secondo quanto detto dagli inquirenti Giulia Cecchettin è stata accoltellata la prima volta da Filippo Turetta mentre si trovava alle 23.15 di sabato 11 novembre nel parcheggio davanti alla sua casa.
Poi, dopo averla immobilizzata probabilmente con del nastro adesivo, ha spinto l’ex fidanzata in auto, ha raggiunto in pochi minuti la zona industriale di Fossò, e qui l’ha aggredita nuovamente, mentre lei tentava una fuga, uccidendola. Così sono condensate nelle carte del gip che ha firmato la prima ordinanza per tentato omicidio quando il corpo della 22enne non era ancora stato trovato – le fasi dell’omicidio di Giulia Cecchettin.
L’accettazione di Filippo Turetta di tornare in Italia è un «aspetto che accelera, nell’arco di una decina di giorni, la possibilità di provvedere» alla sua estradizione. Lo ha spiegato ai giornalisti il procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi. «Già da domenica – ha affermato a Venezia – sono stati avviati contatti con la magistratura tedesca, i tempi dell’estradizione di Filippo Turetta dipendono da loro, ma sono molto collaborativi». «Siamo partiti – ha ricapitolato – cercando due persone scomparse, poi sappiamo come è finita, ma in mezzo ci sono tanti elementi da mettere assieme, non solo il ritrovamento a Barcis, ma come sono andati i fatti. Dobbiamo mettere assieme tutto, non spezzettare i singoli passaggi, fatto che danneggerebbe l’indagine». Secondo Cherchi «tutto ciò che è stato acquisito è stato recuperato in tempi puntuali; non c’è allo stato alcuna necessità di urgenza, e poi a tutti i nostri accertamenti con i nostri tecnici avranno diritto di partecipare gli esperti di Turetta e delle parti lese».
«Il ritrovamento del corpo della ragazza chiaramente necessita il cambiamento del capo di imputazione, che quindi è stato cambiato. È omicidio volontario, allo stato – aveva detto Cherchi –, ma si tratta di una imputazione provvisoria perché dobbiamo fare tutti gli accertamenti tecnici sui luoghi, sui reperti, sulla macchina, dobbiamo sentire la versione dei fatti di Turetta, e solo a quel punto si potrà fare un’impostazione più completa».
“Nessun commento” da parte dell”Oberlandesgericht’ di Naumburg, il più alto tribunale di giurisdizione ordinaria della Sassonia-Anhalt, sui tempi per l’estradizione di Filippo Turetta in Italia. Il ventiduenne «non è stato interrogato, perché bisogna che si nomini un difensore. Dobbiamo interrogarlo, ma questo potrà essere quando viene consegnato», ha specificato il procuratore capo di Venezia. «Se i tempi della procedura tedesca fossero lunghi – ha aggiunto Cherchi – potremmo pensare di andare a sentirlo in Germania».
Non è ancora arrivata al tribunale di Naumburg la richiesta della procura generale relativa a Turetta. “Al momento non può essere comunicato il tempo necessario all’arrivo di una relativa richiesta della Procura generale e all’ulteriore procedura”, si limita a confermare una nota del tribunale.
A Vigonovo (Venezia) Gino Cecchettin, padre di Giulia, ha detto ai cronisti: «Non provo rabbia, non provo nulla. Io penso alla mia Giulia che per me ormai non c’è più». Durante la fiaccolata di domenica sera nel paese il papà di Filippo Turetta, Nicola, ha avvicinato due parenti di Giulia Cecchettin esponendogli il proprio cordoglio e turbamento.