Siamo nell’era dell’intelligenza artificiale considerata storicamente la quarta rivoluzione industriale.
Un incontro su un argomento che ormai coinvolge la vita dell’essere umano sotto tutti i punti di vista sono state fatte in occasione di un convegno tenutosi ieri mattina all’istituto Magistrale Statale Sebastiano Satta di Nuoro. Un confronto generazionale tra 71 docenti provenienti da vari istituti e gli studenti coordinati dalla relatrice Antonella Fancello.
L’obiettivo dell’evento- dibattito è stato quello di spiegare i meccanismi, i rischi, le opportunità e le sfide dell’IA, inquadrandoli anche in una corretta prospettiva storica e con un focus sul caso italiano. In gioco c’è la lotta tra due Titani: gli USA che gestiscono il sistema dei social network e l’Unione Europea che sta tentando di disciplinare la complessa materia per quello che riguarda il cosiddetto social scoring (classificazione delle persone in base al loro comportamento sociale o alle loro caratteristiche personali). Tra gli studiosi che per primi hanno sostenuto il diritto dei cittadini a essere informati su rischi e pericoli della “svendita della privacy” c’è stato il giurista e politico italiano Stefano Rodotà.
Algoritmi che vengono utilizzati nel sistema scolastico, in campo della giustizia e nei settori lavorativi.
In Cina, ad esempio, servono per misurare il livello dell’attenzione degli studenti e in tanti altri paesi sono stati inseriti per monitorare la produttività del lavoratore. Anche in Italia l’IA viene utilizzata nel sistema scolastico attraverso la piattaforma Giove e nel campo della giustizia con non pochi errori da parte delle Questure. Ad esempio un soggetto che ha scontato una pena potrebbe in base all’algoritmo essere accusato di un reato che non ha commesso. Sostanzialmente il quesito è: l’intelligenza umana è una risorsa sostituibile dall’Ia? Secondo gli studiosi no ma è una materia che va regolamentata e sfruttata per i progressi e non per l’impoverimento dell’essere umano.
F.Nieddu