Patrizia Incollu era ricoverata in ospedale dal 20 ottobre
NUORO – Non ce l’ha fatta Patrizia Incollu, direttrice del carcere nuorese di Badu ‘e Carros, 57 anni, vittima dell’incidente stradale avvenuto il 20 ottobre sulla statale 389 Nuoro-Lanusei, in cui era morto l’agente di Polizia penitenziaria Peppino Fois, di 53 anni (APPROFONDISCI)(APPROFONDISCI) .
Le condizioni della donna si sono improvvisamente aggravate e questo pomeriggio la commissione interna dell’ospedale San Francesco di Nuoro ha accertando la morte cerebrale della paziente. Per i medici del reparto di Rianimazione, guidato dal primario Peppino Paffi, la direttrice del carcere non avrebbe nessuna possibilità di riprendersi.
Patrizia Incollu il pomeriggio del 20 ottobre rientrava da una giornata di lavoro nel carcere di Lanusei a bordo dell’auto guidata da Fois. All’altezza di Janna ‘e Ferru lo scontro con un tir che arrivava dalla carreggiata opposta, nel momento in cui il mezzo pesante svoltava per immettersi nel piazzale del distributore di benzina. L’impatto è stato violentissimo: l’agente è morto sul colpo, la direttrice del carcere, invece, era rimasta ferita gravemente.
“Questa sera l’Amministrazione Penitenziaria tutta si stringe con deferente rispetto al dolore dei familiari della dottoressa Patrizia Incollu, 57 anni, direttrice della Casa circondariale Badu ‘e Carros di Nuoro”. Lo afferma, in una nota, il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Giovanni Russo. “Laureata in giurisprudenza, con un master in criminologia e difesa sociale e un corso di perfezionamento in psicopatologia penitenziaria, Patrizia Incollu ha trascorso la sua intera vita professionale nei diversi istituti della Sardegna, mettendo a disposizione della comunità penitenziaria dell’isola le proprie capacità e il suo impegno instancabile. Ricordiamo la dedizione e la passione con la quale svolgeva, ormai da tempo, l’arduo compito di dirigere più di un istituto penitenziario. Con la serietà e l’impegno di sempre, caratteristiche che, insieme alla sua umanità, sono impresse nella memoria di tanti dirigenti e poliziotti penitenziari del Provveditorato della Sardegna che hanno lavorato con lei. Doti che oggi ce la fanno ricordare con estrema gratitudine”, conclude la nota.