“Monte Nuovo” questa è l’operazione coordinata dal comandante Giorgio Mazzoli dei Carabinieri del ROS di Cagliari che ha scoperchiato un’associazione di stampo mafioso con intrecci tra criminalità locale e istituzioni. Un’inchiesta di 407 pagine della Direzione distrettuale antimafia di Cagliari vincolata dal segreto istruttorio delle indagini preliminari che non si fermano qui e potrebbero esserci nuovi sviluppi e nuovi indagati oltre i 32 citati : 13 in carcere, 18 ai domiciliari e uno indagato per abuso d’ufficio e violazione del segreto d’ufficio: si tratta di Massimo Temussi ex commissario dell’Azienda della Tutela per la Salute della Sardegna-Ats, all’epoca dell’avvio delle indagini, e attuale presidente nazionale di Anpal Servizi, che si è già detto “estraneo” ai fatti contestati.
Proseguono anche le perquisizioni in tutta la Sardegna che fin ora hanno consentito di far ritrovare armi di vario calibro, munizioni e droga durante l’esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare firmate dal gip del Tribunale di Cagliari Michele Contini. In particolare, oltre alle perquisizioni effettuate all’Università di Sassari, sono stati acquisiti ulteriori documenti negli uffici dell’assessorato regionale dell’Agricoltura – che durante la prima Giunta Solinas era retto da Gabriella Murgia, una delle 31 persone arrestate – e nelle agenzia ad esso collegate, ma anche in Ares e negli ospedali Brotzu, Binaghi e Marino. In quest’ultimo nosocomio prestava la sua attività il primario Tomaso Gerolamo Cocco, responsabile della struttura della terapia del dolore anche lui finito in carcere nella stessa inchiesta che ha svelato – da quanto emerge dagli atti – l’esistenza di una sorta di “mondo di mezzo, made in Sardegna”, visto che nella rete degli investigatori sono finite alcune persone ritenute fiancheggiatori che hanno aiutato nella latitanza Graziano Mesina. Oggi, intanto, i primi interrogatori dell’ex assessora Murgia e poi, a seguire, quelli degli