dal nostro inviato Francesco Pirisi
FONNI – Il paese barbaricino fa quadrato intorno alla famiglia del proprio concittadino Gian Michele Angheleddu, malato oncologico, attraverso la rete di comitati e associazioni a difesa della sanità pubblica. Ieri la prova plastica della manifestazione, organizzata dal sodalizio Sos Sanità Barbagia-Mandrolisai. Con loro tanti cittadini di Fonni e anche dei centri del circondario, con l’obiettivo di difendere il diritto alle cure, così come la presenza dei servizi ospedalieri e della medicina territoriale.
Il caso di Gian Michele Angheleddu calamìta molte delle riflessioni degli intervenuti. Partendo proprio dal quel giorno di agosto, quando uno specialista in radioterapia del San Francesco gli chiede di andare fuori da Nuoro, per le cure, per l’impossibilità di poterlo sottoporre in tempi adeguati alla terapia.
Il tutto scritto nella nota di consulenza che le assistenti sociali del Comune e di Fonni inviano all’assessorato della Sanità per chiedere maggiore attenzione per questi casi. In concreto l’istanza di un potenziamento dei servizi. Ma su quella nota ci sarà una denuncia contro ignoti, per danno all’immagine alla sanità regionale. Ritenendo che nel percorso tra l’ospedale e il Comune di Fonni qualcuno abbia anche modificato la nota di consulenza.
Nel polverone la famiglia Angheleddu, che ha avuto l’unica colpa di dover richiedere cure in un passaggio delicato dell’esistenza di un proprio componente, il capofamiglia appunto. Ieri la signora Lina Cadau, moglie di Gian Michele, ha voluto ancora una volta chiarire: «Abbiamo concordato sulla scelta di denunciare il nostro caso, per mettere in evidenza i limiti della sanità nel nostro territorio e più in generale in Sardegna. Il nostro problema infatti – ha aggiunto Cadau – non è certo isolato. Per fare questo abbiamo rinunciato anche alla privacy. Ma non è giusto che tutto sia stato motivo di una polemica e di accuse da parte di chi dirige il settore sanitario».
Il concetto durante la manifestazione di Fonni è lo stesso che poi esprimono rappresentanti istituzionali e del terzo settore. Il sindaco del paese, Daniela Falconi: «Quando il male bussa alla porta di una famiglia, si devono poter avere le risposte necessarie. Non vogliamo teste – ha aggiunto Falconi – ma la certezza che il diritto alla salute sia garantito». Prima e dopo il sindaco, è il pensiero espresso da Gianfranca Salvai, del comitato Barbagia-Mandrolisai, dall’altro attivista dell’associazione Bachis Cadau, da Marilena Pintore, nuorese, malata oncologica, leader del movimento “Vivere a colori”, che non fa mistero di stati d’animo, sofferenze e disagi di chi attraversa la fase della malattia: «Io ho paura per la mia vita. I politici no. Lottiamo – aggiunge – per una sanità pubblica efficiente».
La posizione della dirigenza sanitaria, dall’assessorato regionale all’azienda ASL di Nuoro entra in molti degli interventi. Prima di tutto per quei tagli che hanno tolto nerbo al servizi nel Nuorese. Ma anche per la denuncia, firmata dall’assessore Carlo Doria e dal direttore generale, Paolo Cannas, per danno all’immagine, elemento che non sussisterebbe, stando alle valutazioni dell’avvocato di Cagliari, Francesco Caput, a Fonni proprio con la volontà di chiarire un aspetto della vicenda di Angheleddu, da cittadino, oltreché da tecnico del diritto: «Nel nostro ordinamento penale – ha spiegato – non esiste il reato del danno all’immagine. Altra cosa – ha aggiunto – nella nota inviata alla Regione dalle due assistenti sociali non c’è neppure alcun elemento diffamatorio».
Quella mail partita dal Comune di Fonni, è firmata dalle assistenti sociali, è diventata però nei giorni del caso-Angheleddu l’elemento dello scontro tra la famiglia, con i tanti sostenitori, e l’assessorato: «Abbiamo inviato una mail istituzionale – ha spiegato una delle due professioniste, Rosanna Verachi – con lo stesso spirito di altre volte, per stare vicino a un ammalato di cui conoscevamo i problemi di salute. Per aver fatto unicamente il nostro dovere professionale – ha aggiunto con amarezza – ci siamo beccate anche un’accusa di falsarie, da chi riteneva che alla nota del medico del San Francesco fosse stata aggiunta qualche parte, prima della sua diffusione».
Oltre il caso Anghleddu, che diventa una pietra miliare nella protesta per il diritto costituzionale alle cure, la manifestazione di Fonni ha confermato alcune realtà e richieste: «Il sistema sanitario nazionale è il grande malato», ha sottolineato Maria Giobbe, presidente dell’Ordine provinciale dei medici. E la necessità che i partiti, e i loro esponenti, facciano un passo indietro rispetto alla gestione della sanità, «che non può essere uno strumento per le carriere politiche», ha rimarcato il sacerdote don Michele Casula, originario di Fonni, presente alla manifestazione in rappresentanza del vescovo, Antonello Mura.
Francesco Pirisi