MADRID (SPAGNA) (ITALPRESS) – La leggenda ormai è stata scritta, questa volta nero su bianco. La Jumbo-Visma entra prepotentemente nell’Olimpo delle due ruote: mancava soltanto l’ufficialità sul traguardo di Madrid, Sepp Kuss è il vincitore della Vuelta a España 2023. Si chiude dunque una stagione magica per i calabroni, con la tripletta sul podio della Corsa Roja e la vittoria dei tre Grandi Giri, un’impresa d’altri tempi che sigilla il dominio della compagine olandese. Tra i due capitani – Vingegaard e Roglic -, rispettivamente secondo e terzo – è stato il terzo a godere, quello statunitense arrivato da Durango che fino ad ora non aveva mai trionfato in una grande corsa a tappe: questa volta niente ruolo di gregario, lo statunitense riporta la bandiera a stelle e strisce sul gradino più alto del podio a dieci anni esatti dal successo di Chris Horner (2013). In quel caso ci fu battaglia con il nostro Vincenzo Nibali in seconda posizione, questa volta non c’è stata praticamente storia: al di là di qualche fiammata targata Remco Evenepoel la Jumbo ha dominato. Ancora una volta.
Sorrisi distesi e andatura cicloturistica nei primi chilometri della ventunesima tappa, la Madrid (Ippodromo de la Zarzuela) – Madrid (Paisaje de la Luz) di 101,5 chilometri: solite foto di rito tra compagni di squadra e brindisi, con Van Baarle che ha mostrato in mondovisione un messaggio di vicinanza per Van Hooydonck, coinvolto in un incidente automobilistico nei giorni scorsi. La gara si è accesa come al solito all’inizio del circuito cittadino percorso nove volte, per un totale di 54 chilometri: diversi gli attacchi ripresi, ma nel finale soltanto in sei – tra cui Evenepoel (Soudal Quick-Step), Kamna e Denz (Bora-Hansgrohe), Rui Costa (Intermarchè-Circus-Wanty), Ganna (Ineos) e Groves (Alpecin-Deceuninck) -, sono riusciti a creare uno strappo con il gruppo maglia rossa. Nella volata ci ha provato ancora Ganna – anticipato nella 19esima tappa da Dainese -, ma l’azzurro è stato nuovamente battuto allo sprint dallo stesso Groves, che si è aggiudicato la maglia verde. La classifica di miglior scalatore è stata vinta invece da Evenepoel mentre Ayuso si è aggiudicato la maglia bianca di miglior giovane. Il primato, invece, è tutto di Sepp Kuss: “E’ incredibile. Penso che oggi sia stata la tappa in cui ho sofferto di più in tutta la carriera, sono contento che sia finita. Sentivo la sensazione che sarebbe stata una tappa veloce quando ho visto tutti i corridori che si preparavano ad attaccare. Ho sofferto più oggi di quanto ho fatto sull’Angliru. No, non sono diverso ora che ho vinto La Vuelta, per niente. Continuerò ad essere me stesso”, ha ribadito il vincitore. Di sicuro la vita ciclistica è cambiata: da gregario di lusso lo statunitense è diventato il terzo capitano di una squadra che non ha nessuna intenzione di fermarsi.
– foto LivePhotoSport –
(ITALPRESS).
Sorrisi distesi e andatura cicloturistica nei primi chilometri della ventunesima tappa, la Madrid (Ippodromo de la Zarzuela) – Madrid (Paisaje de la Luz) di 101,5 chilometri: solite foto di rito tra compagni di squadra e brindisi, con Van Baarle che ha mostrato in mondovisione un messaggio di vicinanza per Van Hooydonck, coinvolto in un incidente automobilistico nei giorni scorsi. La gara si è accesa come al solito all’inizio del circuito cittadino percorso nove volte, per un totale di 54 chilometri: diversi gli attacchi ripresi, ma nel finale soltanto in sei – tra cui Evenepoel (Soudal Quick-Step), Kamna e Denz (Bora-Hansgrohe), Rui Costa (Intermarchè-Circus-Wanty), Ganna (Ineos) e Groves (Alpecin-Deceuninck) -, sono riusciti a creare uno strappo con il gruppo maglia rossa. Nella volata ci ha provato ancora Ganna – anticipato nella 19esima tappa da Dainese -, ma l’azzurro è stato nuovamente battuto allo sprint dallo stesso Groves, che si è aggiudicato la maglia verde. La classifica di miglior scalatore è stata vinta invece da Evenepoel mentre Ayuso si è aggiudicato la maglia bianca di miglior giovane. Il primato, invece, è tutto di Sepp Kuss: “E’ incredibile. Penso che oggi sia stata la tappa in cui ho sofferto di più in tutta la carriera, sono contento che sia finita. Sentivo la sensazione che sarebbe stata una tappa veloce quando ho visto tutti i corridori che si preparavano ad attaccare. Ho sofferto più oggi di quanto ho fatto sull’Angliru. No, non sono diverso ora che ho vinto La Vuelta, per niente. Continuerò ad essere me stesso”, ha ribadito il vincitore. Di sicuro la vita ciclistica è cambiata: da gregario di lusso lo statunitense è diventato il terzo capitano di una squadra che non ha nessuna intenzione di fermarsi.
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