Nuoro. Dopo lo scandalo del paziente oncologico di Fonni, la ASL abbatte le liste di Radioterapia

NUORO – “L’equipe nuorese, con spirito di sacrificio, fa uno sforzo aggiuntivo per abbattere le liste in Radioterapia”. Inizia così il comunicato stampa divulgato oggi dall’ASL numero 3 di Nuoro. Si cerca così di tamponare le falle di un sistema sanitario che fa acqua da tutte le parti sopratutto dopo il caso del paziente oncologico di Fonni invitato a curasi fuori dall’Isola per tempi d’attesa di oltre quattro mesi.

Si apprezza comunque lo sforzo quando la Direzione strategica aziendale dell’ASL n. 3 di Nuoro annuncia che “dopo un proficuo incontro con lo staff della Struttura Complessa di Radioterapia Oncologica dell’Ospedale San Francesco di Nuoro e  grazie alla disponibilità e allo spirito di abnegazione dei 4 tecnici di radiologia medica, e con uno sforzo aggiuntivo dell’intera equipe dei dirigenti medici e fisici e del personale infermieristico e di supporto, sarà possibile, in questo scorcio di autunno, e in attesa che venga completato l’ammodernamento tecnologico delle macchine dell’intera rete radioterapica regionale, aumentare l’attività, al fine di consentire il trattamento radiante di pazienti con tumore mammario e fare un deciso salto di qualità nell’abbattimento delle liste d’attesa”.

«Desidero ringraziare e manifestare la mia stima – dichiara il Direttore Generale ASL Nuoro, Paolo Cannas – all’equipe della Radioterapia nuorese, che, ricorrendo anche a rinunce personali, consentirà di dare una boccata d’ossigeno sulle liste d’attesa alla mammella. Gesti come quello dell’equipe della Radioterapia (ma non sono gli unici) mi rendono orgoglioso di dirigere un’azienda fatta di professionisti seri e motivati».

Intanto gli esponenti del Partito democratico non abbassano la guardia sul caso della radioterapia in Sardegna. Ilenia Malavasi e Silvio Lai, deputati DEM, commentano così il question time dal ministro della Sanità: «Schillaci metta sotto il tappeto le inefficienze delle Regioni senza vigilare o controllare. Questo governo, al di là dei tentativi di apparire nuovo, mostra le più antiche pratiche di una politica nella quale si coprono le responsabilità anche quando i cittadini sono palesemente danneggiati».

«La nostra interrogazione sul caso del paziente della radioterapia di Nuoro – proseguono – non chiedeva di conoscere la risposta della Regione che era già nota, anche nelle marce indietro della Regione non registrate dal ministero, spettacolari se non fossero patetiche, prima dichiarando il certificato Asl come falso per poi riconoscerne autenticità, prima denunciando ignoti per lesa immagine e poi rappresentando successive scuse ridicole. Il tema posto dal Pd è quello che gli impone la funzione di coordinamento e vigilanza delle attività sanitarie regionali».  «Nel caso specifico – spiegano – di verificare se la proposta di avviare il percorso di radioterapia per una neoplasia dopo 4 mesi sia frutto di un’intensa attività imprevista oppure di una gestione inadeguata delle risorse umane e di un’organizzazione inefficiente della Regione».  «Oppure – aggiungono – aveva il dovere, il ministro Schillaci, di verificare se il piano di contrasto alle liste d’attesa dichiarato dalla Regione sia stato effettivamente attuato, cosa non avvenuta. Il Ministro insomma non è il passacarte delle Regione, ma il garante che in tutta Italia il SSN funzioni per tutti i cittadini in maniera adeguata ed efficace. Perché se non è il Governo a tutelare i cittadini da una cattiva gestione della sanità da parte delle Regioni, chi lo deve fare, visto che non tutti i cittadini hanno le risorse economiche per scegliere la via breve dell’assistenza privata o quella giudiziaria, non meno costosa?».  «La risposta del ministro Schillaci sarebbe dovuta essere molto diversa ma anche lui si sta rendendo complice e protagonista di una sanità per censo, dove la salute è garantita e “pesata” in base alla ricchezza. Schillaci si sarebbe dovuto fare un’altra domanda: ma io se avessi un tumore, resterei in lista d’attesa per 4 mesi per aspettare l’avvio della radioterapia senza fare niente per saltare la fila? Perché vista l’inazione e la mancata vigilanza attiva forse la sua risposta sarebbe stata la stessa del cittadino sardo, umiliato dal proprio sistema sanitario”», concludono Malavasi e Lai.

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Sonia