“No eolico”. A Cagliari una manifestazione contro la prepotente invasione della Sardegna

di Franceschino Nieddu

Dopo l’assemblea del 5 agosto scorso a Tramatza, le riunioni in vari centri dell’Isola, i sit-in sotto il palazzo della Regione, il coordinamento dei Comitati Sardi contro la speculazione energetica prosegue il suo percorso di mobilitazione con la manifestazione tenutasi oggi a Cagliari. Il corteo con oltre 500 partecipanti è partito da piazza dei Centomila (fronte scalinata della basilica di Bonaria) alle 9.30 per snodarsi poi per le vie cittadine fino al palazzo del Consiglio Regionale della Sardegna in nia Roma, dove si è svolta l’assemblea.

Manifestazione contro l’eolico (foto Nieddu)

«Le richieste di connessione alla rete elettrica Sarda presentate a TERNA – si è detto – per la realizzazione di nuovi impianti da fonte rinnovabile al 30 giugno 2023 hanno raggiunto l’impressionante numero di 718, per una potenza complessiva di 56,08 GW che rappresenta l’80% del fabbisogno italiano per il 2030. Una sproporzione enorme per la Sardegna, con conseguenze negative irrimediabili dal punto di vista economico, paesaggistico e culturale».

Manifestazione contro l’eolico (foto Nieddu)

«È chiaro – è stato ribadito – che occorre opporsi ancora una volta alla prepotente invasione. Comitati Territoriali e Amministrazioni Comunali, ognuno nel proprio ambito di riferimento e secondo le proprie responsabilità, stanno portando avanti una critica costruttiva al modello scriteriato di diffusione sul territorio sardo di proposte di mega-impianti da fonti di energia rinnovabile. Parallelamente, noi Comitati Territoriali, stiamo elaborando delle proposte concrete utili ad una transizione ecologica a reale beneficio per l’ambiente e le comunità interessate».

Manifestazione contro l’eolico (foto Nieddu)

«Chi manca all’appello sono la Giunta e il Consiglio Regionale Sardo. È dell’8 agosto, infatti, la promessa del presidente del Consiglio Michele Pais di un intervento legislativo del massimo organo di rappresentanza della Sardegna sulla base delle precise richieste da parte dei Comitati Territoriali. A oggi la promessa non ha avuto alcun seguito».

«Auspichiamo che il Parlamento dei Sardi difenda la Sardegna e si assuma le proprie responsabilità di fronte al popolo sardo approvando subito una legge di moratoria a effetto immediato su qualsiasi tipo di impianto e infrastruttura per la produzione energetica e di realizzazione di reti di trasmissione, per ottenere il tempo necessario per l’elaborazione di un piano energetico ambientale regionale deciso con le comunità locali della Sardegna».

Manifestazione contro l’eolico (foto Nieddu)

Gli organizzatori hanno invitato partiti e organizzazioni politiche a non esporre le proprie bandiere o striscioni, al fine di evitare ogni strumentalizzazione politica, perché si trattato di una manifestazione popolare unitaria. E  l’appello è stato rispettato. Nel corso dell’assemblea, poi, è stato affisso un documento con il quale “I comitati dichiarano di procedere all’esproprio dei beni immobiliari del Consiglio Regionale in considerazione del totale silenzio e assenza di questa massima istituzione in merito all’assalto all’eolico nel territorio sardo″.

Successivamente una delegazione dei manifestanti è stata ricevuta dal presidente del Consiglio Pais, presenti i consiglieri di opposizione Alessandro Solinas, Maria Laura Caddeo e Francesco Agus. Al termine dell’incontro, il portavoce dei comitati Marco Pau ha dichiarato: «È stata una grande manifestazione è servita molto, perché con questa si è riusciti a far modificare alcuni indirizzi che la Regione ha dato, in particolare ieri hanno approvato un ordine del giorno sulla moratoria dove il presidente della Regione chiede al presidente del Consiglio dei Ministri di intervenire».

Manifestazione contro l’eolico (foto Nieddu)

«Oggi abbiamo ribadito con la forza di questa manifestazione al Presidente del Consiglio Regionale la convocazione del Consiglio per discutere un solo argomento, la legge di moratoria, che blocchi per alcuni mesi questi progetti e dia il tempo affinchè il Consiglio costruisca un piano energetico regionale, con i sindaci e il sistema delle autonomie locali».

«Noi dobbiamo dire la nostra, ci hanno dato alcune garanzie, entro fine mese la convocazione della conferenza  dei capi gruppo, delle commissioni preposte, fino ad arrivare alla convocazione del Consiglio, noi abbiamo proposto entro il 26 di questo mese, ci è stato risposto, esistono tempi tecnici. In ogni caso questo è stato il risultato della mobilitazione popolare, non ci sono partiti ma i territori hanno sentito l’esigenza di mobilitarsi, è questa la strada che dobbiamo continuare a percorrere».

F.Nieddu

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