FONNI – Scoppia la pace tra il direttore generale dell’Asl di Nuoro e la famiglia di Gian Michele Angheleddu, 51 anni, il paziente oncologico di Fonni che ad agosto era stato invitato ad andare fuori dalla Sardegna, perché a Nuoro mancavano i tecnici per la radioterapia. Cannas, accompagnato dalla sindaca del paese, Daniela Falconi, ieri pomeriggio ha visitato la famiglia fonnese. Tra le assicurazioni anche una chiamata in tempi veloci di Angheleddu, per la terapia oncologica. La moglie dell’ ammalato, Lina Cadau, pochi minuti dopo l’incontro con il DG.
L’INTERVISTA – «Il manager della sanità nuorese – dichiara la signora Cadau – è venuto per chiarire la vicenda. Lo consideriamo un atto positivo – aggiunge – e da parte nostra è un ulteriore motivo per chiudere la guerra mediatica di questi giorni. La vicenda ci ha stancato». Nessuna azione legale, quindi, come era stata ventilata ieri, da parte della famiglia del paziente oncologico. Azione, quest’ultima, che sarebbe dovuta essere la risposta alla denuncia contro ignori, da parte dell’assessore regionale della Sanità, Carlo Doria, e dello stesso Cannas.
«Saremmo nella situazione di David contro Golia – aggiunge Cadau – è la cosa non ci sembra opportuna. Ma – ha proseguito – c’è da tenere conto, come ha spiegato il direttore generale, che la loro denuncia ha il solo scopo di tutelare l’immagine della sanità sarda, e nulla contro di noi». Non c’è nessun esposto neppure contro le due assistenti sociali di Fonni, che hanno protestato nei confronti dell’ASL sull’esodo forzato di pazienti, da sottoporre a radioterapia, da Nuoro a ospedali fuori dall’isola: «Solo in questo caso, per tutelare le due professioniste del Comune di Fonni – chiarisce Cadau – ci saremmo costituiti in giudizio».
LA STORIA – La vicenda del signor Angheleddu, un tumore alla prostata, con recidiva, inizia il 28 agosto. Nella consulenza radioterapica, l’invito del responsabile, Mauro Urpis, ad andare appunto in un’altra azienda, per la terapia. Questo dopo avere constatato l’ansia del paziente, nel dover aspettare troppo tempo: «Non siamo stati noi – chiarisce Lina Cadau – a prospettare lo spostamento fuori da Nuoro e dalla Sardegna ma, piuttosto, il dottor Urpis che, vista la carenza di tecnici, ci ha invitato a percorrere questa strada. La soluzione della trasferta – ci tiene a spiegare la moglie del paziente di Fonni – non era certo dipendente dalla volontà del medico, ma obbligata, ripeto, per le carenze di personale». Problema che la famiglia Angheleddu-Cadau ribadirà martedì prossimo, quando a Fonni ci sarà un sit-in del comitato per la salute Barbagia-Mandrolisai.
«Mio marito ha ribadito ieri al direttore generale Cannas – sottolinea Cadau – che le cure sono un diritto, così come la possibilità di averle in Sardegna. Credo che per raggiungere questo obiettivo sia necessaria una mobilitazione di tutta l’isola. La Sardegna, non dimentichiamolo – aggiunge Lina Cadau – è una Regione a statuto speciale e dovrebbe poter organizzare autonomamente servizi e scuole di specializzazione, per formare gli operatori, che oggi ci mancano».
Una carenza che tocca tutta la sanità, come confermano le lunghe liste d’attesa: «Ne abbiamo parlato anche con il dottor Cannas – aggiunge – preoccupato anche per il danno d’immagine derivato dalla vicenda, alla struttura sanitaria nuorese. Su questo punto non abbiamo concordato – taglia corto Lina Cadau – convinta come sono che la “faccia” all’Asl la rovinano proprio le lunghe file in ospedale, oltre che nelle prenotazioni, con attese anche di dieci ore per una semplice ingessatura di un braccio».
Francesco Pirisi