Di Francesco Pirisi
Doveva essere di sei, otto mesi il tempo necessario per far nascere la fondazione dell’università nuorese. Ma non sembra possano bastare neppure due anni. Si viaggia, infatti, ancora con il vecchio consorzio. Di cui, nel novembre del 2021, la Regione aveva deciso la liquidazione, per sostituirlo con il nuovo ente, formato dai soci della prima ora, Comune capoluogo e Provincia, e dalla stessa Regione. Questione che è oggi al centro dello scontro politico.
Nel Consiglio civico del capoluogo è insorto il partito d’Italia in Comune, con l’accusa di immobilismo e la conseguenza di una sede universitaria che perde pezzi, ossia corsi di studio. Non meno dure le accuse del consigliere regionale, del Pd,
il nuorese Roberto Deriu, primo firmatario della legge per la trasformazione del consorzio in fondazione. Legge poi approvata all’unanimità, con voto trasversale. Ma mentre Deriu sposta l’attenzione sulla politica locale, che non avrebbe a cuore le sorti e, soprattutto, la crescita dell’università, Nico Pinna Parpaglia, il commercialista sassarese incaricato della liquidazione, riporta responsabilità e obblighi istituzionali sempre alla Regione: «La nascita della fondazione – afferma – è bloccata dai ritardi nell’approvazione in Consiglio regionale del collegato alla finanziaria, che stabilisce la trasformazione del consorzio nel nuovo ente, fissato dalla legge del 2021. Se questo collegato fosse stato approvato anche solo due, tre mesi fa – aggiunge Pinna Parpaglia – a quest’ora saremmo in grado d’inaugurare la fondazione. Da parte mia – continua il commissario liquidatore – è tutto pronto per definire la sua costituzione, compresi gli accordi con il notaio».
La legge regionale di due anni fa era stata contestata, in modo reciso, dal Comune di Nuoro, con il sindaco Andrea Soddu. Per il fatto che aveva previsto una posizione di supremazia da parte della Regione, riguardo a un ente (lo stesso procedimento, e la stessa denuncia conseguente, anche per la biblioteca “Satta”) che era nato e vissuto per 30 anni sotto l’egida di Comune e Provincia. Protesta respinta prima di tutto da Deriu, con la motivazione che si sarebbe andato a creare un ente di maggior respiro istituzionale e culturale, con la partecipazione diretta delle università di Sassari e Cagliari, e senza più i limiti economici conseguenza delle difficoltà finanziarie dei due enti locali fondatori. Motivazioni che non sono bastate a far finire il dissenso. Tanto che dal municipio è partito un ricorso al Tar. Prima che le posizioni si riavvicinassero, nel nome di un nuovo equilibrio istituzionale, con una parità di prerogative dentro la fondazione. Il ricorso proprio per questo è stato ritirato. Ma non sono finite le distanze politiche, tra chi rispetto alla legge si era posto su barricate opposte. Tanto che Deriu non prima di qualche giorno fa ha paventato i possibili blocchi da parte di una miope politica locale, che temerebbe l’ampliamento della presenza dell’università a Nuoro, così come di ogni trasformazione della città in senso moderno.
Fa i nomi dei presunti responsabili, e indica gli effetti dei ritardi nella nascita della fondazione universitaria, Italia in Comune, con il consigliere comunale Gianni Dettori e la coordinatrice cittadina, Marilena Rojch. Parlando di riduzione degli iscritti nell’ultimo anno e dei corsi. Per poi affermare: «Davanti a un quadro desolante, chiunque sarebbe stato rimosso. Invece – continuiamo Dettori e Rojch – il sindaco Andrea Soddu e il commissario straordinario della Provincia, Costantino Tidu, con deliberazione del 10 agosto scorso, hanno decretato la parificazione dell’indennità del commissario liquidatore a quella del sindaco di un comune con 200mila abitanti».
Critiche, a iniziare da quelle del numero delle immatricolazioni, respinte da Pinna Parpaglia: «Non rispondono a verità. Piuttosto vorrei ricordare che quando ho preso l’incarico, nel gennaio del 2022, ho trovato l’università chiusa e gli studenti incatenati ai cancelli. Da quel momento – ricorda – con i collaboratori, ho riattivato e restituito funzionalità al consorzio. Le polemiche di questi giorni danneggiano l’attività – aggiunge il commissario liquidatore – in un periodo decisivo per le iscrizioni. Mi dispiace – conclude – perché in questo modo, per meri scopi politici, non si fa il bene dell’università e, quindi, di Nuoro e del suo territorio». Pinna Parpaglia chiarisce anche l’essenzialità della norma presente nel collegato alla finanziaria della Regione: «L’ho chiesta io, e prevede la trasformazione del consorzio in fondazione. Perché liquidare il consorzio, senza il passaggio diretto a un nuovo ente – aggiunge – avrebbe lasciato pendenti una serie di rapporti, attivi e passivi, senza più un soggetto che li potesse chiudere».