Continua il dibattito a distanza sulla situazione creatasi nell’Unione dei Comuni del Marghine (APPROFONDISCI). È la volta dei sindaci di Noragugume, Birori, Lei e Bortigali, secondo i quali la crisi non può essere definita politica perché originata da fatti di rilevanza solamente amministrativa. Il voto è stato originato dalla vicenda di Badd’e Salighes e non per determinare sfiducia politica, né il Presidente deve fare un passo indietro in quanto non originato da questioni politiche, ma amministrative.
“Abbiamo ritenuto – scrivono i quattro sindaci in una nota – che, con le dimissioni dalla giunta del Sindaco di Borore, non fosse venuto meno il mandato del presidente Arca e quindi ingiustificata la richiesta di dimissioni da parte dei Sindaci di Borore, Macomer, Sindia e Dualchi”.
“Solo il sindaco di Macomer – proseguono – ha fornito motivazioni di carattere politico della crisi dell’Unione, tesi che non abbiamo accolto. Il Presidente ha operato nell’ambito del suo mandato secondo lo statuto dell’Unione. Ogni sindaco poi è libero di appartenere a qualsiasi schieramento politico, ma va giudicato solo per quello che fa. Il comunicato riprende la vicenda di Badd’e Salighes dove due imprenditori dopo una concessione temporanea di 10 metri quadri, all’interno del cortile della ex caserma, effettuavano lavori nello stabile adiacente, peraltro non autorizzati. Interpellato su questo fatto, il sindaco di Bolotana Manconi diceva, in un primo momento, di non sapere niente, per poi invece confermare. A questo punto il presidente Arca sfiduciava il Sindaco di Bolotana dal suo ruolo di appartenente alla giunta, fatto che poi determinava le dimissioni dell’altro appartenente, il sindaco di Borore Ghisu, che intendeva con questo atto, azzerare la giunta e rivedere l’assetto complessivo. Da li il voto che non sarebbe- secondo i 4 Sindaci- sulla politica, ma su un atto amministrativo, non condividendo quindi la richiesta di un passo indietro del Presidente, con le dimissioni dalla sua carica”.
Lo scritto termina con la esortazione a porre termine a questa diatriba e adoperasi per una soluzione di buon senso, che non è le dimissioni del presidente Arca, che dovrebbe invece continuare fino alla fine del mandato, diversamente non ci sarebbe la garanzia di ritrovare l’unanimità perduta e le dimissioni suonerebbero come una censura dell’intero operato di Arca come Presidente dell’Unione.
Pier Gavino Vacca