di Sonia Meloni
A Cagliari troviamo un posto speciale, conosciuto e apprezzato in tutta Italia, ricco di vita, colori e profumi intensi: è il Mercato civico di San Benedetto che con i suoi 8000 mq è considerato il mercato al coperto più grande d’Italia e uno tra i più grandi d’Europa. Ospita l’anima più autentica e popolare della città ed è una porta sul territorio circostante e sulla Sardegna intera.
LA STORIA. Circa sessantacinque anni fa (era il 1 giugno 1957) l’amministrazione cagliaritana decise di demolire il mercato civico, che all’epoca sorgeva nel largo Carlo Felice, per sostituirlo con una struttura più moderna.
Su mercau becciu, che si estendeva dalla statua di Carlo Felice fino a metà del Largo, con baracche fatiscenti in condizioni igieniche disastrose, comparve nei primi dell’800: inizialmente erano destinate alla vendita delle carni, ma, nel giro di pochi anni, se ne aggiunsero tante altre che commerciavano un po’ di tutto. Quotidianamente arrivavano nel capoluogo commercianti da tante parti dell’Isola per vendere i propri prodotti. Per ben 74 anni, a Cagliari il mercato andò avanti in questo modo, fino al 1884 quando gli amministratori decisero di realizzare un mercato fisso, a metà del Largo, e affidarne il progetto all’ingegnere capo del comune Enrico Melis. Questo prevedeva la costruzione di due edifici, separati da una strada, destinati a generi alimentari diversi.
Dopo circa 2 anni di lavoro, il nuovo mercato fu finalmente inaugurato. Dall’esterno il primo edificio era caratterizzato da un’estetica moderna, con una copertura vetrata sorretta da travature in ferro, da cui filtrava la luce. Qui venivano vendute carni bovine, frutta e verdura. Il secondo stabile, di dimensioni più contenute, era caratterizzato da un porticato, con colonne doriche che sostenevano una trabeazione decorata da metope e triglifi, realizzato in trachite di Serrenti. Per i cagliaritani questo era il Partenone, per via della somiglianza con il tempio greco. Qui venivano vendute invece carni ovine, suine, equine, pesci e salumi.
Fuori dal mercato era un pullulare di figure che caratterizzano la storia cittadina. Come i i famosi piciccous de crobi, spesso orfani e poverissimi, tra gli 8 e i 14 anni, che si offrivano di aiutare le signore a trasportare la spesa in cambio di qualche spicciolo.
Col passare degli anni la città si espanse e, nel primo Dopoguerra, l’edificio cominciò ad apparire vetusto e soprattutto stonato con l’insediamento di banche e della Camera di Commercio. Si arriva così al 1949, quando il Comune decise di demolirlo. Una soluzione che fu accolta da aspre polemiche in quanto il largo Carlo Felice per i cagliaritani doveva diventare il salotto buono della città con la riconversione dei vecchi edifici piuttosto che la loro demolizione. Dopo otto anni di tira e molla, il 1957 fu l’anno della vendita e demolizione degli edifici del mercato: al posto loro fu costruita la Banca nazionale del lavoro e poi la Banca d’Italia.
IL MERCATO SAN BENEDETTO – 65 anni di storia (dal 1957 al 2023) impressa nel DNA dei cagliaritani. Nei decenni successivi alla sua apertura visse un vero e proprio periodo d’oro, dovuto anche al boom economico che caratterizzava tutto il paese. Alla fine degli anni ’90 i locali vennero rinnovati e adeguati alle nuove norme di sicurezza e igienico sanitarie.
IL MERCATO OGGI – 238 espositori totali che quotidianamente offrono ogni genere di prodotto alimentare. Un edificio suddiviso in tre piani: il primo, in cui 70 banchi sono dedicati a carni di ogni tipo tra bovine, equine, suine e pollame. Troviamo inoltre alimentari di ogni genere, tra cui uova, formaggi, salumi, vini, ma anche bar, panetteria, dolci e altri servizi. Prodotti freschi che provengono da ogni parte dell’Isola.
Al piano terra si trova il mercato ittico la vera attrazione della struttura: un pullulare di voci, colori, odori e sapori. Una varietà di pesci che lo annoverano tra i mercati più grandi d’Europa. Qua si trovano realmente tutti i prodotti ittici che la Sardegna può offrire: c’è davvero una vastissima scelta: aragoste, granchi e crostacei di ogni tipo, bottarga, pesce spada, cozze, arselle, spigole, orate. Ma la vera attrazione sono i pescivendoli che con i loro festosi richiami invitano gli acquirenti all’acquisto.
Un percorso enogastronomico per gli amanti del buon cibo, con vasto assortimento e prezzi concorrenziali. Il luogo ideale per acquistare pesce fresco e scoprire nuove ricette o abbinamenti di prodotti innovativi suggeriti dagli stessi esercenti. Dal prodotto d’asporto allo street food: cartocci di pesce fritto al sushi, preparato ovviamente col pesce del mercato. In questo contesto non è raro trovare turisti attratti dall’ambiente verace e pittoresco che si respira al suo interno.
All’esterno dell’edificio possiamo fare un tuffo nel passato quando il mercato era fatto di bancarelle, dove oggi si vendono prodotti differenti, dall’abbigliamento alle stoviglie, all’utensileria varia, alle piante e ai fiori.
COSA FARE AL MERCATO DI SAN BENEDETTO:
1. Degustazione di prodotti locali: assaporate i gusti autentici della Sardegna con una degustazione di formaggi pecorini, salumi tradizionali e dolci tipici come i Papassini.
2. Esplorare i banchi del pesce: scoprire una vasta selezione di frutti di mare freschi, tra cui calamari, gamberi e spigole, pescati nelle acque cristalline dell’isola.
3. Shopping di prodotti freschi: acquistate frutta e verdura locali, prodotti sani e genuini direttamente dai produttori, per portare a casa un pezzo della Sardegna.
4. Immersione nella cultura locale: interagite con i venditori e scoprite la cultura e le tradizioni sarde attraverso le storie e le esperienze che condivideranno con voi.
Prodotti tipici da acquistare
1. Bottarga: questa specialità sarda è costituita dalle uova di muggine essiccate e salate, un ingrediente prelibato da utilizzare nella preparazione di piatti tradizionali.
2. Pane Carasau: conosciuto anche come “carta da musica”, è un sottile pane croccante, perfetto per accompagnare i formaggi o per gustarlo semplicemente con un filo d’olio extravergine d’oliva.
3. Mirto: un liquore profumato e aromatico ottenuto dalla macerazione nell’alcool delle bacche di mirto, una pianta tipica della Sardegna.
4. Dolci sardi: tra i dolci tipici, da non perdere sono le Seadas, farcite con formaggio fresco e poi cosparsi di miele.
IL MERCATO DI SANTA CHIARA – Un altro gioiellino di mercato rionale e polo attrattivo per i turisti è quello storico di Santa Chiara. Situato nel quartiere di Scampate, ai piedi di Castello, risulta essere quello più antico tra i mercati civici cittadini. Ha una superficie coperta di circa 380 metri quadrati e si sviluppa su due livelli, di cui solo il primo, destinato all’attività di mercato, è attualmente aperto. Il secondo livello, situato su parte dell’area del convento delle monache clarisse distrutto dai bombardamenti del 1943, è attualmente impegnato da scavi archeologici.
All’interno della struttura operano una decina di rivendite: è stato recentemente trasformato in mercato turistico attraverso ed un incisivo progetto di ristrutturazione e riqualificazione, divenendo un luogo centrale dell’offerta turistica e di degustazione dei prodotti enogastronomici di qualità. La sua posizione dal quale è possibile ammirare uno degli scorci più belli di Cagliari, è senza dubbio uno dei mercati più caratteristici d’Italia.
UN CICERONE SPECIALE ILLUSTRA IL FASCINO DEL MERCATO SAN BENEDETTO, di Kevin Lai
Contenuto realizzato in collaborazione con la Regione Sardegna – Assessorato al Turismo, Artigianato e Commercio
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