NUORO – L’aula di formazione della polizia di Stato di Nuoro è da oggi intitolata all’ispettore di polizia Salvatore Pilia, uomo di punta nella lotta ai sequestri di persona nell’isola. È stata inaugurata durante una manifestazione alla quale hanno preso parte autorità militari e civili. Il taglio del nastro da parte di Danilo Pilia, figlio del poliziotto, affiancato dal questore, Alfonso Polverino. Qualche minuto prima la benedizione impartita dal vescovo Antonello Mura, che ha brevemente rimarcato l’impegno umano e civile per la sicurezza delle comunità, in periodi non facili.
L’ispettore, scomparso nella seconda metà degli anni ’80, è stato – insieme all’ispettore Antonio Serra – uno degli uomini di punta della cosiddetta “squadra catturandi”, impegnata sul fronte dei sequestri di persona a scopo di estorsione, che per tre decenni ha segnato la vita della comunità isolana. Vicende dove il poliziotto nuorese ha avuto spesso un ruolo di primo piano, come testimoniano una serie di conflitti a fuoco, con vittime sia sul fronte dei sequestratori, sia delle forze dell’ordine. Tra i quali, nel gennaio del 1985, la battaglia di Osposidda, sul Supramonte, tra gli agenti e i rapitori di un piccolo imprenditore, Tonino Caggiari, appena portato via dalla sua casa di Oliena.
L’ultimo impegno professionale di Pilia, richiamato per partecipare a quelle ricerche, nonostante fosse già entrato nella fase del pensionamento. Questa mattina in tanti per ricordare l’opera spesa per l’ordine pubblico: dagli ex poliziotti, alle autorità della provincia, con in testa il prefetto, Giancarlo Dionisi, l’ex questore di Nuoro, Salvatore Mulas, il capo della Direzione nazionale anticrimine, Giuseppe Linares, il sindaco della città, Andrea Soddu. Tra i rappresentanti politici l’assessore dei Lavori pubblici della Regione, Pierluigi Saiu, e il deputato di Forza Italia, Pietro Pittalis. Dionisi, come rappresentante del Governo, ha ricordato la figura di Pilia, «grande poliziotto e grande uomo, la cui azione deve costituire un monito affinché non tornino stagioni di malessere per il territorio». Di Pilia, e degli agenti schierati in campo contro l’abigeato, prima, e i rapimenti, subito dopo, ha sottolineato segni e meriti lo stesso questore, Polverino: «Sono stati protagonisti di diversi conflitti a fuoco, violenti e per i quali ci voleva molto coraggio. Un lavoro senza orari – ha aggiunto – svolto prevalentemente in campagna, durante la notte». Il prefetto Mulas va oltre la figura di Pilia, per i più il “maresciallo” Pilia, del poliziotto implacabile e duro, per rimarcarne i tratti umani: «Diceva, “lo Stato deve vincere contro i fuorilegge, non stravincere”, perché coglieva che la criminalità era anch’essa figlia di un malessere più generale delle aree interne, spesse volte non aiutate dallo Stato». Nei momenti successivi al taglio del nastro dell’aula “Pilia”, c’è anche il riconoscimento del capo nazionale dell’anticrimine, Linares: «Ci considerano grandi investigatori – ha detto senza alcun imbarazzo – ma siamo dei nani nei confronti di Pilia e dei suoi uomini, che avevano acume e coraggio non comuni». L’aula di formazione è stata realizzata con il contributo della Fondazione di Sardegna.
Francesco Pirisi