Nuoro. Don Luigi Ciotti ricorda la figura di Don Milani: “Un personaggio scomodo e di grande attualità”

NUORO – Sempre dalla parte dei deboli e dei giovani ma anche un uomo scomodo, esigente e provocatore. Questo era don Lorenzo Milani, nato a Firenze il 27 maggio del 1923.

Cento anni dopo, la diocesi di Nuoro lo ricorda attraverso un’altra figura forte e resiliente, don Luigi Ciotti, fondatore dapprima del Gruppo Abele, per l’aiuto ai tossicodipendenti e alle altre varie dipendenze, quindi dell’associazione Libera contro i soprusi delle mafie in tutta Italia.

Nuoro, l’incontro con don Luigi Ciotti al teatro San Giuseppe (foto S.Novellu)

Ieri pomeriggio, nel primo dei tre appuntamenti sardi organizzato a Nuoro in un teatro della chiesa di San Giuseppe pieno al limite della sua capienza, don Ciotti ha entusiasmato e appassionato la folta platea attenta al suo messaggio di non trascurare i giovani e di rivalutare il ruolo fondamentale della scuola: «Ricordare don Milani significa ricordare le tante Barbiana che esistono in tutto il mondo, dove c’è ingiustizia, malaffare e diseguaglianza».

Nuoro, il prefetto Dionisi all’incontro con don Luigi Ciotti (foto S.Novellu)

Ciotti ha poi ricordato il ruolo delle istituzioni che devono prendere esempio da educatori come don Milani e coinvolgere e motivare i giovani per un reale riscatto sociale e ha fatto delle riflessioni sulle zone interne dell’Isola: «Se i giovani fuggono da un territorio o lasciano l’Italia c’è una forte anomalia nel sistema che va analizzata nel profondo e non solo superficialmente».

Barbiana, don Milani  con i suoi allievi

Don Ciotti poi ha rievocato le fasi più importanti della vita di Don Milani: dalla fondazione della  prima scuola popolare nella parrocchia di San Donato a Calenzano, alle porte di Firenze  per garantire una istruzione a tutti e ai più deboli, al confino a “Barbiana” un paese di 124 abitanti nei monti del Mugello. Qui ha fatto la sua esperienza più forte specialmente con i giovani. Per convincere gli abitanti del paese a mandare i propri figli a scuola attuerà anche lo sciopero della fame con il risultato non solo di strutturare quella generazione ma di creare a Barbiana una scuola all’avanguardia, dove si studiano le lingua straniere: l’inglese, il francese, il tedesco e persino l’arabo. Si organizzano viaggi di studio e lavoro all’estero.

Nuoro, monsignor Antonello Mura con don Luigi Ciotti (foto S.Novellu)

Nel 1967 don Milani scuote la Chiesa e tutta la società italiana con la pubblicazione del libro: Lettera a una professoressa, scritto insieme ai ragazzi della scuola di Barbiana. Il libro denuncia l’arretratezza e la disuguaglianza presenti nella scuola italiana che, scoraggiando i più deboli e spingendo avanti i più forti, sembra essere ispirata da un principio classista e non di solidarietà; un atto d’accusa verso l’intero sistema scolastico.

Nuoro, monsignor Antonello Mura con don Luigi Ciotti (foto S.Novellu)

È scritto in un italiano semplice; la prima stesura viene fatta leggere da un contadino che sottolinea le parole che non capisce affinché l’autore possa apportare al testo tutte le modifiche necessarie e renderlo accessibile a tutti. Il libro, però, riceve un’accoglienza fredda. Un’unica eccezione illustre: Pier Paolo Pasolini. Soltanto dopo la morte del priore il libro diventa un caso letterario, nonché uno dei testi sacri del ’68 italiano. Lettera a una professoressa diviene simbolo di cambiamento per una scuola veramente per tutti.

F.Nieddu

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Franceschino Nieddu