Sanità Pubblica nel baratro oltre 2mila persone in piazza ma Solinas punutalizza: “Sui nuovi ospedali pura strumentalizzazione”

La Sanità sarda sempre più nel baratro. Oggi oltre 2mila persone hanno manifestato a Cagliari: alle 9.30 appuntamento in piazza Centomila poi il  corteo con bandiere e striscioni è approdato al porto di Cagliari.

Manifestazione. In coda al serpentone le ambulanze che hanno fatto un po’ da colonna sonora con le loro sirene. Una marea di magliette gialle, questo il colore della protesta contro quello che viene definito come lo smantellamento della sanità pubblica.  In prima fila soprattutto le zone dell’Isola senza presidi ospedalieri con i loro sindaci. C’è paura specialmente per lo smantellamento di reparti e Pronto soccorso in ogni parte dell’Isola

Ospedali. Inevitabilmente, è saltata fuori anche la questione Cagliari con l’intreccio stadio-sanità . “Non chiudete gli ospedali. L’Arnas Brotzu non si tocca”, si legge in un cartello mostrato dal responsabile sanità dei comitati Gianfranco Angioni. L’ultimo problema riguarda proprio la delibera della Giunta Solinas sulla costruzione di nuovi ospedali, uno a Cagliari in sostituzione del Brotzu e dell’Oncologico.

Manifestazione a Cagliari (foto Antonio Ippolito)

«Hanno deciso di bloccare e sospendere i lavori di ristrutturazione negli ospedali pubblici della città di Cagliari. Questo è un atto estremamente grave, estremamente sbagliato, che noi contestiamo», chiarisce uno dei portavoce dei comitati Francesco Carta. Sulcis presente in massa alla manifestazione. In corteo anche i medici con tanto di camice e stetoscopio. Presenti con gli striscioni gli esponenti del M5s mentre in corteo hanno sfilato diversi rappresentanti dei partiti di opposizione in Consiglio regionale».

Manifestazione a Cagliari (foto Antonio Ippolito)

Solinas. Su questo punto il presidente Solinas puntualizza con un comunicato stampa  inviato questa sera agli organi d’informazione: «Quello della realizzazione dei nuovi ospedali è un impegno che abbiamo preso con i sardi già dal 2019, ancora prima del voto, ed è stato apprezzato dagli elettori che ci hanno conferito il mandato di realizzare strutture più moderne ed efficienti. Da allora abbiamo governato la Sardegna passando attraverso un evento epocale e drammatico come la pandemia che ha portato via due anni e mezzo a questa legislatura. Il Covid non ha però cancellato la promessa fatta ai sardi». «

Il presidente della Regione Christian Solinas (foto S.Novellu)

Oggi alcuni fra gli ospedali più importanti dell’Isola – sottolinea il Presidente – sono ospitati in strutture vecchie di oltre cinquant’anni, spesso fatiscenti, in edifici che si sviluppano in verticale in una concezione ormai superata. Tutto questo mentre negli ultimi 15 anni Cagliari, ad esempio, ha perso ben 3 ospedali. Abbiamo bisogno di strutture moderne, con uno sviluppo orizzontale che consenta un’organizzazione dei servizi e dei percorsi più razionale e performante, con standard che non potranno mai essere raggiunti nelle condizioni attuali. Il nostro sistema sanitario ha bisogno dei nuovi ospedali anche per ottimizzare le risorse economiche e professionali che avrebbero così la possibilità di essere allocate in modo più efficiente in un momento storico in cui tutta l’Italia deve fare i conti con la carenza di medici e personale del comparto sanitario».

“È impensabile – dichiara il Presidente – che oggi possa esserci qualcuno disposto a mettere un freno a tutto questo. Abbiamo individuato le risorse necessarie, oltre 1,5 miliardi di euro, frutto di una contrattazione con il Governo da me portata avanti in questi anni. Dire “no” alla realizzazione dei nuovi ospedali significherebbe lasciare indietro la Sardegna e i sardi, mentre il mondo corre in avanti. La strumentalizzazione che si sta facendo su questo delicatissimo tema, pur di trascinare il discorso sul piano dello scontro politico fine a sé stesso è poco utile alla collettività, così come le tante affermazioni non veritiere che continuano a essere ripetute».

«Realizzare i nuovi ospedali – prosegue il Presidente Solinas – non significa certo abbandonare le vecchie strutture. Queste verranno mantenute in perfetta efficienza fino all’apertura delle nuove. Solo allora, quando tutto il personale ed i pazienti saranno nei nuovi ospedali, si procederà alla riqualificazione e rifunzionalizzazione dei vecchi ospedali da destinare a nuovi servizi sanitari, socio-assistenziiali e amministrativi. Questa scelta consentirà di evitare l’enorme disagio di aprire cantieri con i pazienti ricoverati e con l’esigenza di ridurre o chiudere a turno l’operatività di interi reparti. Pensare e sostenere che intervenire sulle vecchie strutture, rinunciando a realizzare le nuove, possa essere una garanzia per il futuro del nostro sistema sanitario è una contraddizione in termini. La cortina fumogena sollevata sul Brotzu per alimentare confusone e paure è l’emblema di questo corto circuito. La piastra tecnologica di cui si parla è un edificio nuovo di cui attualmente non esiste nemmeno una progettazione esecutiva approvata, né un permesso di costruire, e che andrà a impattare su spazi interni già pesantemente sacrificati, con ulteriori criticità sulla viabilità interna, sui parcheggi e sulla complessiva logistica del plesso, distante persino dalla stessa superficie dell’elisoccorso. Al di là delle perplessità che la piastra può generare a fronte di un costo importante, la realtà è che questo intervento non riqualificherà nemmeno un metro quadro del vecchio ospedale, né un euro degli investimenti previsti a questo scopo andrà a migliorare la vecchia struttura su cui oggi si registrano i problemi più gravi. Pur di avvelenare il clima si è arrivati a mettere in contrapposizione il nuovo stadio con il nuovo ospedale pubblico d’eccellenza da 1.000 posti letto, che accorperebbe Brotzu e Businco, dando ai sardi il meglio della tecnologia e delle cure con un polo oncologico di riferimento regionale, un polo pediatrico ed il più importante centro di alta specializzazione (DEA di secondo livello) dell’Isola. Bene, non esiste alcuna contrapposizione tra stadio e nuovi ospedali e fare chiarezza è un obbligo per impedire che continuino strumentalizzazioni che fanno male a tutti e non rispondono agli interessi dei cittadini».

F. Nieddu

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Sonia