“Dopo l’incidente continuavano a filmare, il papà di un altro bambino li ha ripresi e ha discusso con i ragazzi”. A raccontarlo è Alessandro Milano, amico della famiglia Proietti e papà di un amichetto di scuola di Manuel. “Dobbiamo tutti parlare e raccontare quello che è successo. Filmavano e il bimbo era morto”, ripete Alessandro. “Siamo distrutti, questa macchina sfrecciava da giorni. Andavano fermati”. Queste le parole che i cittadini del quartiere ripetono arrivando sul posto.
Contestato l’omicidio stradale a Matteo Di Pietro, il ventenne che, alla guida del Suv Lamborghini coinvolto nell’incidente a Casal Palocco, ha causato la morte di un bimbo di cinque anni oltre al ferimento della madre e della sorellina di 4 anni. Il ventenne è risultato positivo ai cannabinoidi.
Al vaglio degli inquirenti anche la posizione dei quattro presenti nell’auto. Nei loro confronti potrebbe essere contestato il concorso nel caso in cui venisse accertato che nelle fasi precedenti allo schianto stessero girando un video da postare, poi, sui social per una ‘sfida’ online incitando il ragazzo alla guida.
La city car si è scontrata frontalmente con un SUV Lamborghini, preso a noleggio da due giorni, guidato dal ventenne e con a bordo quattro persone. Un impatto terribile: sulla strada non ci sono segni di frenata. Nell’incidente è rimasta coinvolta una terza auto. A confermare l’ipotesi della sfida è un filmato di 15 secondi comparso in rete in cui uno dei giovani afferma: “Secondo giorno in Lamborghini, per adesso tutto bene“. Le condizioni del bambino sono apparse subito disperate: il piccolo quando sono arrivati i soccorsi era già in arresto cardiaco. I sanitari hanno, quindi, praticato il massaggio cardiaco e dopo averlo rianimato lo hanno trasportato all’ospedale Grassi di Ostia. Una corsa disperata che però è risultata vana: i medici del Pronto Soccorso non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso.
Nell’incidente anche la madre, 29 anni, e la figlia di tre anni sono rimaste ferite. Non sono in pericolo di vita. La piccola è stata trasferita dall’ospedale Sant’Eugenio al Bambino Gesù e in seguito dimessa. La madre, Elena Uccello, invece, resta ricoverata al Sant’Eugenio: ha contusioni ed è ancora in forte stato di shock. Fiori, peluche e girandole colorate, sono state deposti sul posto dell’incidente.
“Il trauma che sto provando – scrive sui social Vito Loiacono, uno dei ragazzi di The Borderline, il gruppo di Youtuber che sarebbe coinvolto nell’incidente – è indescrivibile. Ci tengo solo a dire che io non mi sono mai messo al volante e che sto vicinissimo alla famiglia della vittima”.
Testimoni: “Continuavano a filmare”: “Dopo l’incidente continuavano a filmare, il papà di un altro bambino li ha ripresi e ha discusso con i ragazzi”. A raccontarlo è Alessandro Milano, amico della famiglia Proietti e papà di un amichetto di scuola di Manuel. “Dobbiamo tutti parlare e raccontare quello che è successo. Filmavano e il bimbo era morto”, ripete Alessandro. “Siamo distrutti, questa macchina sfrecciava da giorni. Andavano fermati”. Queste le parole che i cittadini del quartiere ripetono arrivando sul posto.
“Questa macchina sfrecciava da giorni. Mi è rimasta impressa perché era molto bella come auto, ma dentro di me, vedendo alla velocità in cui andava, ho pensato: questi se prendono qualcuno lo uccidono”, ha raccontato una signora della zona. Un altro abitante della zona spiega che “il proprietario della concessionaria Skylimit rent che ha affittato l’auto ai ventenni lo conosciamo tutti. Ieri è venuto dopo l’incidente ed era arrabbiato perché la macchina era rotta”.
In un video girato subito dopo l’incidente si vedono dei passanti inveire contro i ragazzi che erano a bordo del Suv. “Ma che c… hai fatto?” urla un signore che viene trattenuto dalla folla radunata sul posto. Nel video si vedono e due auto distrutte, la Smart stretta dal Suv, e anche di spalle un ragazzo con la maglietta del gruppo di youtuber The Borderline.