La testimonianza di Mor Diarra Gueye: la fuga dal Senegal, l’arrivo a Nuoro, gli aiuti al proprio villaggio – VIDEO

NUORO – Una serata interessante e coinvolgente, quelle tenutasi ieri alla bottega di SudEquo, in cui un pubblico attento e sensibile ha ascoltato la testimonianza di Mor Diarra Gueye, del suo viaggio della speranza durato 5 anni, dalla fuga dal suo paese, il Senegal, iniziata nel 2010 in camion, proseguita nella stiva di una nave per la Grecia, alla permanenza di un anno e sei mesi e all’allontanamento con foglio di via, cui hanno fatto seguito il peregrinare con mezzi di fortuna attraverso Macedonia, Serbia (dove è stato anche detenuto riuscendo poi a fuggire grazie alla sua conoscenza delle lingue), Ungheria, Austria e, finalmente, Italia e Nuoro. A Nuoro, è stato aiutato a regolarizzare la propria posizione di extracomunitario.

IL RACCONTO DI MOR DIARRA GUEYE:

Nel corso della serata, coordinata da Filomena Carzedda, dell‘associazione Nuoro Migrantes, ha raccontato anche la propria testimonianza di cooperante in Senegal anche la volontaria Barbara Sanna.

Mor Diarra Gueye e Barbara Sanna (foto S.Novellu)

Oggi, a Tawfekh, il suo villaggio in Senegal, Mor è diventato il punto di riferimento per tutti, si occupa di disabili, ha creato la rete idrica con l’acqua dei pozzi, consentendo ai cittadini di non dover percorrere venti chilometri per approvvigionarsi di un’acqua che spesso non è nemmeno potabile.

La scuola del villaggio di Tawfekh in Senegal

Il suo impegno è volto ad aiutare la sua famiglia e il suo villaggio, dove intende realizzare il pavimento nella scuola dei bambini, perché quando piove si allaga e le lezioni non si possono svolgere. Parte dei soldi frutto del suo lavoro in alcune aziende nel nuorese e a numerose donazioni, li ha utilizzati per realizzare un pollaio nel suo villaggio per allevare galline ovaiole e polli da carne. Nel suo progetto, inoltre, Mor intende creare anche un grande orto.

L’allevamento di pollame realizzato da Mor a Tawfekh

«Nelle abitazioni – ha detto Mor – non c’è la corrente elettrica, si utilizzano lampade a petrolio e candele, perché i costi per la rete elettrica sono proibitivi e si tratterebbe di portarla da troppo lontano».

Grazie al contributo di una signora nuorese, Maria Gavina, ha comprato regali e organizzato una festa per i bambini disabili del suo villaggio.

Alla domanda su  cosa pensa dei CPR ha detto che non ha avuto, per fortuna, quella esperienza, grazie all’aiuto delle associazioni che si occupano dei migranti ha ottenuto i documenti, per contratti di lavoro regolari e  studiare.

La testimonianza di Mor Diarra Gueye da SudEquo (foto S.Novellu)

Nel locale di SudEquo, ieri erano in vendita anche abiti creati dalla moglie di Mor e dalla sorella ed è stato possibile anche devolvere un piccolo contributo economico alla popolazione di Tawfekh, affinché si possano costruire le strutture necessarie, un modo vero per “aiutarli a casa loro″.

F.Nieddu

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Franceschino Nieddu