«I danni per l’infestazione da cavallette negli ultimi 5 anni, in Sardegna non hanno insegnato nulla». Lo afferma Claudia Zoncheddu medico ISDE-Sardegna.
L’esponente politico sottolinea come sia pericoloso l’utilizzo di certi insetticidi per contrastare questa piaga. «Non è chiaro ai legislatori e agli organi di controllo, che l’uso Deltametrina, implica alti costi ambientali, sanitari ed economici. La pericolosità biologica e sanitaria del prodotto, anche per il genere umano, è documentata da numerosi studi scientifici, a partire dal Sud Africa dove la Deltametrina è stata usata contro il vettore della malaria».
«Altera l’ecosistema ed è possibile la comparsa di resistenza, quindi di inefficacia. La storia sull’uso della chimica in agricoltura è costellata da numerosi esempi di sostanze tossiche, bandite solamente di fronte agli esiti drammatici sulla salute umana. Il Ddt e gli erbicidi ne sono esempio».
«Occorre rispondere con la prevenzione, non con l’attesa che ogni anno si rinnovi la recrudescenza dell’infestazione da cavallette, per poi sferrare l’attacco chimico, come impone il Decreto Martina del 2018, assai contrastato dal mondo medico, attivato senza il conseso della scienza, rende obbligatorio l’uso degli insetticidi in nome dell’emergenza».
La stessa Zoncheddu sottolinea come la UE vieta l’uso di pesticidi, benché consenta la produzione per uso export in 85 Paesi poveri, con danni in quei territori e alle popolazioni che importano gli alimenti contaminati.
«La Deltametrina, preoccupa anche per la sicurezza alimentare, i controlli sono inesistenti o sporadici in Italia, (denuncia Ispra) ledono i principi di prevenzione e di precauzione. È una polvere inodore e incolore di cui si sconsiglia la dispersione nell’aria, eppure in Sardegna è previsto l’impiego sperimentale per via aerea (droni), con il concorso delle ditte produttrici e l’autorizzazione del Ministero, che incautamente ne consente l’uso e addirittura la dispersione con mezzi aerei».
«Ancora una volta in Sardegna -conclude Caudia Zoncheddu- non si considerano tempi, programmazione per il contenimento dell’infestazione senza ricorrere alla chimica. Non si affronta il problema del crescente abbandono del territorio, mancano gli interventi naturali (agronomici, meccanici e biologici) adottati con successo in altre realtà».
F.Nieddu