Un clima pesante si percepisce nel palazzo Civico di Nuoro specialmente dopo il consiglio comunale di lunedì scorso che ha sancito la definitiva spaccatura tra le liste di coalizione che appoggiarono Andrea Soddu alle elezioni del 2020. Dopo la conferenza stampa organizzata sia dal gruppo dei dissidenti che da una parte dell’Opposizione arriva a stretto giro di posta la risposta dei fedelissimi di Soddu (APPROFONDISCI).
La lista del Sindaco unitamente al gruppo Misto di maggioranza Gabriella Boeddu e Maria Boi affidano a un comunicato stampa le loro parole e la motivazione che gli spinge a proseguire il proprio mandato.
“È perlomeno singolare che chi oggi accusa il sindaco Andrea Soddu di aver tradito il mandato elettorale sia una parte degli stessi componenti della maggioranza che lo scorso novembre non ha esitato a convocare in un bar cittadino una conferenza stampa dando vita al cosiddetto Intergruppo, insieme a pezzi dell’Opposizione, tra cui un candidato sindaco sconfitto da Soddu. Movimento che oggi prendiamo atto essere allargato anche al Pd.
Se vogliamo parlare di tradimento dei propri elettori, questo sembra un esempio più calzante. E prova ne è il fatto che il suddetto candidato sindaco è stato per questo disconosciuto pubblicamente dal movimento che lo appoggiò alle scorse elezioni. La composizione dell’attuale giunta è la diretta conseguenza di quel maldestro tentativo che si è ritorto contro chi lo ha architettato con il solo fine di mettere in difficoltà – se non far cadere – il sindaco e la giunta, mettendosi fuori, di fatto, dalla maggioranza uscita dalle urne. Inoltre, accusare oggi il sindaco di andare avanti solo grazie ai voti del centrodestra, oltre che una palese menzogna, è segno di non aver ben compreso i meccanismi della democrazia. Non si comprende, infatti, in cosa si ravveda lo scandalo se un determinato provvedimento portato all’attenzione del consiglio comunale passi anche con i voti dell’Opposizione. È successo tante altre volte e ci si augura succeda anche in futuro, perché se si ritiene che vada a beneficio della città, riteniamo sia giusto voti a favore anche chi siede nei banchi della minoranza. Mentre non è mai successo che una parte della maggioranza cercasse, attraverso manovre discutibili, di far entrare dalla finestra chi è uscito sconfitto dalle elezioni. La verità è che con quell’operazione malriuscita si volevano imporre al sindaco – di concerto con l’opposizione – delle nomine assessoriali dietro il ricatto dei numeri da far mancare in consiglio. Macchinazione non andata a buon fine e che ora dà luogo a queste reazioni scomposte. Nuoro – concludono i consiglieri – non ha bisogno di crisi al buio o nuove elezioni, ma di una classe politica che pensi al bene della città e non al proprio tornaconto elettorale”.
Non si fa attendre la replica del PD formato dai consiglieri comunali Natascia Demurtas e Carlo Prevosto: «Vediamo solo una maggioranza agonizzante e un sindaco in ostaggio*Apprendiamo le affermazioni dalla Maggioranza che sostiene il sindaco Soddu con vero stupore. Il PD e i suoi consiglieri, infatti, sono sempre stati e restano all’Opposizione.
Riteniamo invece che l’attuale reggenza si basi sul tradimento del risultato elettorale da parte di alcuni consiglieri del Centrodestra, che oggi sostengono il Sindaco Soddu, e sul voto dei fuorusciti dal gruppo di “Italia in comune”. Impossibile ignorare come siano state usate le deleghe assessoriali come merce di scambio per comprare il voto dei consiglieri, nel nome del più spudorato familismo. Non basta darsi un rinnovamento di facciata per coprire il fallimento del progetto politico della maggioranza, che oggi non ha più il consenso dei cittadini e tantomeno quello dei suoi consiglieri. Non si può essere ciechi di fronte al fatto che questa amministrazione ha ridotto il ruolo di centralità di Nuoro, capoluogo di provincia, a quello di una nave senza nocchiere, che non ha un porto dove attraccare. Consideriamo che sarebbe molto più onesto ed edificante che Sindaco e maggioranza prendessero atto di ciò, invece che nascondersi dietro un dito, per dare finalmente le dimissioni al fine di ridare la parola agli elettori.