Tumori al seno: è allarme per le liste d’attesa infinite in Sardegna

“Quattro anestesisti e due infermieri in meno, dimezzamento degli interventi e delle ore di sala operatoria, tempi d’attesa di oltre 70 giorni”: sono le cifre della sofferenza dell’ospedale oncologico Businco di Cagliari denunciate dalla capogruppo dei Riformatori in Consiglio regionale Annalisa Mele.

L’inizio del declino di “una delle strutture di chirurgia senologica più importanti nel panorama nazionale, passata dal settimo al sedicesimo posto per volumi trattati”, scrive la consigliera, è l’accorpamento, avvenuto nel 2015, nell’azienda ospedaliera Brotzu, da cui è nata la struttura di Chirurgia Oncologica e Senologia, nella quale sono confluite Oncologia chirurgica e Chirurgia sperimentale del Businco e la struttura di Senologia dell’ospedale Brotzu.

Tutte le strutture in precedenza “disponevano di 72 ore di sala operatoria e trattavano oltre 750 primi casi di tumore della mammella all’anno – precisa Mele. Alla neonata struttura sono, invece, state assegnate solamente 36 ore di sala operatoria e il volume di tumori trattati si è ridotto a circa 500 all’anno, con tempi d’attesa di circa 70 giorni dalla diagnosi istologica. Ciò ha determinato una fuga di pazienti, soprattutto nel privato e un aumento della mobilità extraregionale, passata dall’11% del 2017 al 16% del 2021, ultimo dato disponibile”.

“Negli anni si è lavorato con grande dedizione per la sensibilizzazione sul tumore al seno su tutti i livelli – ricorda la capogruppo -. Tuttavia, nel momento in cui si deve agire con concretezza, tempismo e urgenza, ci si imbatte nei vergognosi ostacoli e disagi creati dall’inefficienza organizzativa dell’azienda Brotzu, responsabile della mancata programmazione, privando le pazienti della giusta dignità e mettendole di fronte alla scelta di rivolgersi ai privati o attendere tempi biblici di intervento chirurgico, lunghe attese non tollerabili per pazienti oncologici”.

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Salvatore