Illustrata la campagna di scavi, durata più di dieci anni, nella zona di Macomer, detta “ sa Presone etza”, dove per alcuni si sarebbe trovato il così detto “Castello”, in effetti rivelatosi un borgo fortificato, come altri nell’isola. Ad illustrare il risultato degli ultimi scavi l’archeologo Luca Sanna.
Il sito ha rivelato che, purtroppo, per molto tempo è stato utilizzato per coltivazioni e anche come cava, per cui molte tracce degli edifici preesistenti sono state cancellate. Tuttavia il paziente lavoro di Luca Sanna ha messo in luce le fondamenta di quello che doveva essere l’ingresso nel borgo e le tracce dell’esistenza di una porta. Se il medioevo non ha dato molti risultati, diverso è stato per il periodo dal nuragico al punico. Gli scavi infatti hanno rivelato delle tombe a pozzo del periodo nuragico, che sono state utilizzate, senza soluzione di continuità, sino al periodo fenicio punico. Il ritrovamento ha confermato l’esistenza di un insediamento fenicio-punico, come del resto già si intuiva dal toponimo Macom, che per gli esperti significa mercato. Tra i ritrovamenti un curioso biberon del periodo punico. La presenza di un insediamento fenicio- punico è stata convalidata dal professor Michele Guirguis. Da parte sua il professor Marco Milanese, esperto archeologo, ha illustrato la frequentazione del posto fino all’epoca moderna, esaminando i vari cocci ritrovati. Si è parlato anche della istituzione del museo, rimandata più volte. Per il momento si procederà ad una mostra temporanea per la quale sta lavorando l’archeologa Barbara Panico
Pier Gavino Vacca