Il Comitato SOS Barbagia – Mandrolisai, viste le condizioni in cui versa la Sanità in Sardegna e, in particolare, il rischio chiusura dell’ospedale San Camillo di Sorgono scrive una pec all’Assessorato e all’assessore alla Sanità regionale Carlo Doria, e in copia alla Presidenza della RAS, alla VI Commissione Sanità della RAS, all’Asl 3 Nuoro, alla Conferenza dei Sindaci del distretto socio-sanitario di Sorgono, alla Comunità Montana Barbagia Mandrolisai e all’amministrazione Comunale di Samugheo , invocando l’assunzione, in ultima istanza, di medici cubani:
“La situazione sanitaria della Sardegna – scrive – è in rapido peggioramento sia per quanto riguarda l’assistenza territoriale, sia per quella ospedaliera. Si constata la mancata assicurazione dei LEA, l’allungamento abnorme delle liste d’attesa, il ricorso alle strutture private (per chi se lo può permettere), l’auto licenziamento del personale degli ospedali per le condizioni di lavoro estreme.
Per quanto riguarda le sedi disagiate, l’emergenza si è aggravata a tal punto da non essere diversa rispetto a quella vissuta dalla regione Calabria. Difficilmente rimediabile la situazione dell’Ospedale di Sorgono, che patisce una carenza di personale che data molto prima dell’insorgenza della pandemia.
L’ospedale è inquadrato secondo il DM 70 come ospedale di sede particolarmente disagiata, ma sono state perse tutte le garanzie previste al riguardo;
- l’UOC Medicina è ridotta ad un organico di 2 medici + uno con esenzioni;
- la Chirurgia è ridotta a soli 2 medici;
- la sala operatoria nuova inutilizzata;
- il Pronto Soccorso declassato a Punto di primo intervento con possibilità di ricovero dei codici bianchi e verdi e non di quelli gialli e rossi generalmente appropriati; con perdita degli anestesisti rianimatori, della radiologia h 24, delle consulenze chirurgiche notturne.Anche i servizi a supporto sono venuti meno, con la sospensione dell’attività endoscopica, dell’attività del fisiatra, dell’attività dell’ortopedico. E soprattutto la gestione dell’emergenza–urgenza, nel distretto di Sorgono, si sta rivelando oltremodo problematica per gli operatori dell’ospedale San Camillo e per la popolazione residente assistita.
Infatti il Pronto Soccorso risulta, dal periodo di insorgenza della pandemia, a tutti gli effetti un Punto di primo intervento, quindi abilitato a gestire le patologie meno gravi. Tuttavia afferiscono anche pazienti gravi che devono essere stabilizzati e trasferiti; questo comporta l’intervento dei medici strutturati dell’ospedale San Camillo, presenti in numero insufficiente, per effettuare le consulenze ed accompagnare il paziente all’ospedale disponibile.
I medici strutturati abilitati sono solo 5 (di cui 2 per le urgenze internistiche, 2 per quelle chirurgiche e uno per l’emergenza urgenza). Si capisce che i medici strutturati sono insufficienti a sopperire questo carico di lavoro h 24 per quanto di competenza.
I medici a contratto, presenti nei turni notturni del PS, del resto non sono tenuti ad accompagnare i pazienti in ambulanza in caso di trasferimento.
La situazione è aggravata dalla carenza dell’organico medico del 118 (sono rimasti 2 medici su 6), per cui spesso l’ambulanza del 118 viaggia senza il professionista, trasportando il paziente presso l’ospedale più vicino e non verso quello attrezzato; l’elisoccorso d’altronde è disponibile per le urgenze più gravi, ma non durante la notte e in caso di condizioni metereologiche avverse.
La carenza dell’organico dell’ospedale si può così quantificare:
- UOC Medicina: 3 Medici + il Direttore;
- SSD Chirurgia: 2 medici + il Direttore;
- SSD Pronto Soccorso 6 medici;
- Radiologia 3 medici;
- Laboratorio 1 medico;
- Direzione Sanitaria 1 medico;
Anestesia 6 medici (o consulenza da parte di altre ASL), quindi risultano carenti almeno 18 medici e presenti 8 medici.
Da considerare infine, che nell’ospedale di Sorgono, gli ultimi medici strutturati dei reparti e del PS, sono stati assunti 6-7 anni fa. Quindi nonostante ulteriori reiterate richieste appare remoto l’arrivo di altri medici e realistica la chiusura dell’ospedale nel giro di qualche mese.
Per tali constatazioni, valutata l’inefficacia dei processi selettivi e delle altre misure messe in atto, si propone, con urgenza la richiesta di assunzione di medici cubani, che bene hanno operato nei contesti in cui sono stati impiegati, quale estremo tentativo per evitare la chiusura dell’ospedale San Camillo di Sorgono e le drammatiche conseguenze”.
“L’iter amministrativo – conclude il Comitato – potrebbe essere lo stesso seguito dalla regione Calabria, con accordo di cooperazione con la società cubana CSMC, SA, che prevede per gli operatori sanitari cubani il possesso delle qualifiche e delle competenze necessarie per l’esercizio delle attività di cura e la possibilità di sostituzione degli stessi con personale analogamente qualificato a seconda delle necessità”.