Finanziaria regionale. Agus (Progressisti): “Governo Meloni salva mance e mancette e si schiera contro medici, infermieri e dipendenti pubblici”

“La finanziaria regionale è stata impugnata. E sin qui nessuna novità: quasi tutte le leggi di questa legislatura hanno fatto la stessa fine”, esordisce così Francesco Agus (Progressisti), in una nota a proposito della recente presa di posizione del governo Meloni in merito alla Finanziaria regionale.

“Questa non poteva essere da meno – prosegue –  visto il tenore delle disposizioni: le decine di pagine che hanno disposto la spesa, senza alcun merito, di milioni di euro di mance elettorali ad associazioni ed enti in alcuni casi nemmeno legalmente costituiti meritavano una sanzione e rappresentano una palese violazione di norme statali. E invece nel merito arriva la sorpresa: il Governo ha salvato in blocco quegli stanziamenti e ha, invece, deciso di rimandare alla Consulta alcune norme che avrebbero portato benefici per migliaia di persone.

Ne fanno le spese i medici e i lavoratori del comparto sanitario che rischiano di non beneficiare dell’adeguamento della retribuzione accessoria e i dipendenti dell’amministrazione regionale che non vedranno adeguata l’indennità di amministrazione con quella percepita dai lavoratori dei Ministeri.

Un danno enorme: i lavoratori dell’Azienda ospedaliera Brotzu e delle aziende universitarie continueranno a essere pagati molto meno rispetto ai colleghi che lavorano per le altre aziende e questo non potrà che avere ripercussioni.

E invece, per contro, l’ASD Siamo Danza, costituita da appena una settimana, manterrà un finanziamento da un milione e mezzo così come le altre decine di piccole realtà (e in alcuni casi irrealtà) con un progetto finanziato senza bando e un santo in paradiso. Una autentica follia”.

“Chiederemo ogni atto utile a capire cosa abbia fatto la Regione per evitare l’impugnazione – conclude Agus: il sospetto, ma è più di un sospetto, è che nella trattativa con il Governo amico la Giunta Solinas abbia privilegiato il superfluo a danno dell’indispensabile“.

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Salvatore