Nozze finte e prostituzione in Baronia: l’imputata è incapace di intendere e di volere

NUORO – La donna di 66 anni residente in Baronia, è totalmente incapace di intendere di volere mentre suo figlio di 35, è seminfermo di mente.

Lo ha stabilito la perizia della psichiatra Mariella Zoncheddu, del CIM di Lanusei, incaricata dalla giudice monocratica del tribunale di Nuoro, Claudia Falchi Delitala, di valutare le condizioni di salute mentale di madre e figlio, sotto processo con l’accusa di aver messo in piedi un’organizzazione specializzata in matrimoni fittizi tra cittadini italiani e giovani donne straniere, poi avviate alla prostituzione tra Siniscola e l’interland.

Visto l’esito della perizia, sollecitata dagli avvocati difensori Gianluca Sannio, Giuseppe Casu e Giovanni Atezena, per l’imputata principale si profila l’assoluzione. Si torna in aula il 9 marzo.

A processo c’è anche una vittima, una ragazza straniera di 25 anni, nipote dell’imputata, accusata di circonvenzione di incapace e truffa perchèé, una volta in Sardegna, avrebbe approfittato della condizione di infermità di un anziano, con cui sarebbe stata costretta a prostituirsi, truffandolo.

Secondo il pm Giorgio Bocciarelli, la giovane si sarebbe sposata in Marocco con un sardo di Siniscola con la complicità della zia: un matrimonio finto per favorire l’ingresso della 25enne in Italia e avviarla poi alla prostituzione.

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Salvatore