Sarebbero due tra le più violente degli ultimi secoli, le due scosse ti terremoto di magnitudo 7.8 e 7.6 che hanno colpito la Turchia meridionale e la Siria settentrionale. E sale a 2.845 morti il bilancio delle vittime, con oltre 12 mila feriti.
Lo ha affermato Orhan Tatar, direttore per i terremoti e la riduzione del rischio dell’Autorità per la gestione dei disastri e delle emergenze (Afad). “Al momento, 1.762 persone sono morte, 12.068 sono rimaste ferite”, ha detto Tatar durante un briefing con la stampa, aggiungendo che nel sisma più di 6.800 edifici sono crollati. In Siria il bilancio parziale è di 1.083 morti e oltre 2.400 feriti. Nelle zone controllate dal governo i decessi finora accertati sono 556 e feriti 1.353, in base a dati forniti dal ministero della Salute siriano. Nelle zone controllate invece dai ribelli sostenuti dalla Turchia i morti sarebbero almeno 526 mentre i feriti 1.050, in base a quanto riferito dal gruppo di soccorso noto come Caschi bianchi all’emittente panaraba di proprietà del Qatar “Al Jazeera”. Intanto, il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha annunciato sette giorni di lutto nazionale per le vittime del sisma. “A causa dei terremoti avvenuti nel nostro Paese il 6 febbraio 2023 è stato dichiarato un periodo di lutto nazionale di sette giorni. La nostra bandiera sarà issata a mezz’asta fino al tramonto di domenica 12 febbraio 2023, in tutte le rappresentanze del nostro Paese e all’estero”, ha affermato Erdogan in una nota.
La Turchia e la Siria sono state colpite oggi da due violentissime scosse di terremoto in quello che il presidente turco ha definito il più grave sisma dopo quello che colpì la provincia turca di Erzincan nel 1939. La prima scossa di magnitudo 7.8 è stata registrata alle 4:17 ora locale (le 2:17 in Italia) e ha avuto come epicentro la cittadina di Pazarcik nella provincia turca di Kahramanmaras. Una seconda scossa di magnitudo 7.6 è stata registrata intorno alle 13:24 ora locale (le 11:24 in Italia) nel distretto di Elbistan, sempre nella provincia turca di Kahramanmaras. Secondo quanto riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani almeno 58 tra villaggi e città sotto il controllo del regione – tra cui Latakia, Hama e Aleppo – sono state colpiti dal sisma. Devastate anche le provincie di Afrin e Idlib, controllate in buona parte dalle milizie ribelli sostenute dalle Forze armate turche.