Resta alta la tensione dopo l’intervento dell’onorevole Giovanni Donzelli (FdI, vicepresidente del Copasir) il quale, ieri, in aula in merito ad una visita fatta da alcuni parlamentari DEM all’anarchico Alfredo Cospito, condannato al 41 bis, rinchiuso in carcere a Sassari, e da tempo in sciopero della fame.
Il Partito Democratico ha chiesto a Donzelli di dimettersi dal ruolo di vicepresidente del Copasir in quanto, a dir loro, per finalità politiche avrebbe rivelato informazioni coperte da segreto e frutto di intercettazioni ambientali in carcere. Ed ha esteso la richiesta di dimissioni anche al sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro per avere fornito tali informazioni.
Donzelli non intende fare alcun passo indietro in quanto, a dir suo, le informazioni erano nella disponibilità di qualsiasi parlamentare. La posizione dei due parlamentari viene blindata da Matteo Salvini. “Non penso che si possano mettere in discussione incarichi così importanti per una polemica parlamentare di un pomeriggio”: afferma il vicepremier e ministro delle Infrastrutture. “Conto che finisca il tutto con una stretta di mano”, aggiunge. “Tutti contribuiscano a non accendere il clima e a stemperare i toni“.
Intanto la Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine alla luce di un esposto presentato dal parlamentare dei Verdi Angelo Bonelli in relazione alla vicenda del deputato di Fdi Donzelli che in aula ha “reso pubbliche intercettazioni ambientali del Dap tra esponenti della ‘ndrangheta e della camorra con Alfredo Cospito“. Nell’esposto si ipotizza il reato di rivelazione e utilizzazione di segreto d’ufficio.
Questa mattina il Pd ha reiterato la richiesta di dimissioni, estendendole anche al sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro (FdI) e chiedendo un intervento del ministro della Giustizia Carlo Nordio. “Abbiamo avuto conferma che l’on. Donzelli non ha avuto accesso agli atti presso il Ministero come aveva goffamente provato a giustificarsi in aula. La rivelazione deriva, per sua stessa ammissione, dall’on. Delmastro Delle Vedove, che, in qualità di sottosegretario alla giustizia con delega al Dap , ha accesso a informative coperte da segreto. Ne ha svelato il contenuto perché il collega Donzelli potesse usarle strumentalizzandole contro il Pd. Dunque, non c’è più solo un problema Donzelli che non può restare secondo in più in un ruolo delicato come il Copasir (la sicurezza degli italiani è in pericolo se il vice presidente del Copasir è un divulgatore di notizie riservate e facendolo non si rende nemmeno conto di avere commesso un illecito).
C’è anche un caso Delmastro Delle Vedove che non può restare un secondo di più al Ministero. La presenza di un soggetto che rivela le informazioni più riservate e delicatissime per la lotta alla mafia e al terrorismo non può rimanere un secondo in più a via Arenula. Se però la presidente Meloni non interviene allora c’è un caso Meloni perché, visti i rapporti che ha con i due, se non li invita alle dimissioni, siamo autorizzati a pensare che abbia approvato o tollerato il piano e la strategia dei due esponenti di Fratelli d’Italia”. Così Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera.