L’AREUS esclude Torpè dalle sedi del 118: il sindaco inveisce contro la Regione

Sonia

L’AREUS esclude Torpè dalle sedi del 118: il sindaco inveisce contro la Regione

martedì 10 Gennaio 2023 - 11:02
L’AREUS esclude Torpè  dalle sedi del 118: il sindaco inveisce contro la Regione

Nuoro, la sede dell'AREUS (foto S.Novellu)

«Esprimo estrema preoccupazione per l’esclusione di Torpè dal piano territoriale delle sedi 118. Ed è con grande dispiacere che manifesto profonda delusione nei confronti della Giunta regionale per le promesse e gli impegni non onorati con i cittadini di Torpè e di questi territori che rischiano di veder negato il diritto fondamentale alla salute, già più volte messo in discussione in questi anni da politiche sempre meno attente alle aree rurali della Sardegna».

È la presa di posizione del sindaco di Torpè, Martino Sanna, che interviene sulla riorganizzazione post Covid della sanità territoriale, predisposta dall’Azienda regionale emergenza urgenza della Sardegna (AREUS), e che non prevede, secondo i nuovi piani, la riconferma della sede 118 di Torpè.

«Il nostro Comune – spiega il sindaco – necessita di un’attenzione particolare dovuta all’articolata distribuzione demografica degli abitanti che sono dislocati, oltre che nel nucleo storico del paese, in alcune frazioni e in tantissime case sparse nell’intero agro, spesso distanti diversi chilometri dal centro abitato». Il primo cittadino ricordato inoltre che durante la pandemia da Covid era presente a Torpè l’Associazione La Fenice che ha  «coperto il servizio del 118, in maniera egregia, dando un servizio eccellente alla popolazione e, talvolta, assicurando interventi determinanti per salvare la vita di alcune persone».

Oltre a garantire le operazioni di emergenza sanitaria,  «l’Associazione opera sul territorio con servizi di trasferimento da e per gli ospedali e le strutture sanitarie, molto spesso gratuitamente – afferma Sanna – cercando di aiutare le persone in grave difficoltà. Ecco che sarebbe davvero una sconfitta, una volta raggiunti certi livelli di assistenza, tornare indietro e negare un servizio così importante soprattutto nei confronti di comunità che invecchiano sempre più e che, come tali, hanno bisogno di attenzioni maggiori e non certo inferiori».

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