Spetterà alla Corte costituzionale la decisione di concedere o meno le attenuanti all’anarchico Alfredo Cospito, detenuto nel carcere di Bancali, e della compagna Anna Beniamino, richiusa a Rebibbia, anche lei militante della FAI (Federazione anarchica Informale), entrambi si sono collegati all’udienza in video conferenza. Cospito è stato condannato all’ergastolo, perché giudicato colpevole di aver gambizzato dieci anni fa Roberto Adinolfi, amministratore delegato dell’Ansaldo Nucleare e di due pacchi bomba fatti esplodere nella Scuola per allievi carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo.
La Corte d’Assise d’Appello di Torino ha infatti deciso di inviare gli atti alla Consulta, accogliendo la questione di legittimità costituzionale sull’attenuante rispetto al reato di strage politica, per il quale il procuratore generale Francesco Saluzzo e il pm Paolo Scafi avevano chiesto l’ergastolo e dodici mesi di isolamento diurno per Cospito, detenuto nel carcere di Bancali, e della moglie Anna Beniamino, anche lei militante della FAI
L’udienza si è aperta con le dichiarazioni spontanee dei due anarchici, in collegamento video, Cospito dal carcere di Sassari, Beniamino da quello di Rebibbia a Roma. «Sono stato raffigurato come un sanguinario, sono state estrapolate mie frasi prese da centinaia di scritti – ha detto Cospito – sono stato definito un professionista degli esplosivi ma così non è, ho fatto una sola azione violenta, a Genova ho sparato a un dirigente dell’Ansaldo colpendolo con una pistola a una gamba, per non usare esplosivi». «Questo è un processo politico” per “una strage senza strage attribuita senza prove» ha sottolineato la donna.
Alla fine delle dichiarazioni spontanee i compagni dei due anarchici presenti in aula, circa una decina, hanno lanciato slogan tra cui “Se vai con il nucleare ti tocca zoppicare“, un chiaro riferimento all’attentato compiuto a Genova.
«Il fatto che si sollevi questa questione, significa che la tenuità del fatto di strage deve essere riconosciuta, quindi credo che sia passata la nostra linea di ragionevolezza – ha commentato l’avvocato Gianluca Vitale, difensore di Anna Beniamino – non si può trattare nello stesso modo, con la stessa risposta sanzionatoria, fatti di gravità incommensurabilmente diversa». «Ritenevano che ci fossero due motivi di illegittimità, hanno ritenuto di coglierli quindi dovrebbe, comunque, essere una mitigazione», ha aggiunto Flavio Rossi Albertini, legale di Cospito. L’avvocato ha poi spiegato che ora «la Corte costituzionale può decidere che in questo caso ricorra una prevalenza rispetto alla recidiva reiterata, così come deciso dalla Corte stessa in altri casi».
Dal 20 ottobre sta attuando lo sciopero della fame affinché sia revocato il regime del 41bis nel quale si trova, nel corso dell’udienza ha affermato: «La Magistratura italiana ha deciso che sono troppo sovversivo, non potevo avere più la possibilità di rivedere le stelle, la libertà, si è preferito l’ergastolo ostativo, che non ho dubbio mi darete, con l’assurda accusa di aver commesso una strage politica, per due attentati dimostrativi in piena notte, in luoghi deserti, che non dovevano e non potevano ferire o uccidere nessuno. Non soddisfatti, si è deciso – prosegue Cospito – oltre all’ergastolo ostativo, visto che dal carcere continuo a scrivere a collaborare alla stampa anarchica, di tapparmi la bocca per sempre con il 41bis».
Fuori dal Palazzo di Giustizia, blindato per l’occasione, oltre duecento antagonisti si sono dati appuntamento per una manifestazione in solidarietà al loro compagno. Dopo aver bloccato la strada sono partiti in corteo, durante il quale sono state lanciate alcune bombe carta, dei fumogeni e sono state fatte sui muri, soprattutto delle banche, delle scritte. Un barista, che si era lamentato per gli atti vandalici è stato malmenato. 120 gli anarchici identificati dalla Digos della Questura di Torino. Oltre a militanti torinesi c’erano anche antagonisti provenienti da altre città come Roma, Trento e Genova.
Anche a Nuoro, molte abitazioni del centro storico sono state imbrattate con scritte di solidarietà a Cospito, mentre in Comune, uno striscione sul medesimo argomento è stato apposto da ignoti sulla facciata laterale.
F.Nieddu