A Nuoro il disagio giovanile sembra essere causa di allarme sociale? Il prefetto Luca Rotondi, in partenza per Lecce, nel proprio commiato . ha sottolineato che il fenomeno è da tempo al vaglio delle Forze dell’ordine, che sono già stati attivati diversi tavoli di pubblica sicurezza sull’argomento e inaspriti i controlli ma, pur essendoci molta preoccupazione da parte dei cittadini, in realtà il numero dei reati segnalati non è cresciuto rispetto al passato ed è ancora gestibile (APPROFONDISCI).
Non la pensano così però i residenti e i commercianti di Seuna, che vivendo gli effetti di tale disagio in prima persona li avvertono come un problema, sentendosi ostaggio dei ragazzi terribili, come racconta un commerciante del rione nella lettera che ha voluto inviare alla nostra redazione, che pubblichiamo integralmente (APPROFONDISCI):
″Quanto sta accadendo a Seuna negli ultimi mesi è una cosa surreale e preoccupante. Senza retorica, è inevitabile ritenere che sia un quartiere dimenticato. Ed è dimenticato soprattutto dalle Istituzioni che più volte, in maniera diretta e indiretta, sono state messe al corrente di una situazione diventata oggi difficile come più o meno lo era già quattro anni fa, ma che ad oggi non hanno trovato una soluzione per risolvere la questione. Ho aperto un’attività nel quartiere perché quando ero alla ricerca della location ideale per il mio lavoro, che svolgo qui ormai da quattro anni, mi è sembrata idonea per la mia idea. Con una piazza davanti che ho pensato subito potesse essere organizzata per le serate estive dei nuoresi e nelle mattine primaverili quando si aspetta il primo sole, dopo l’inverno. Da subito mi sono reso conto che era terra di nessuno: ragazzini di soli tredici e quattordici anni che spacciavano come se tutto fosse normale, ragazzine più che minorenni intente nelle sere estive ad effusioni fin troppo esplicite con il fidanzato di turno. Giovanissimi che senza difficoltà acquistavano liquori e birra per poi rigettare, totalmente storditi, in piazza o sulla strada davanti alla mia attività, perché incapaci di reggere il mix di fumo e alcool. Una situazione squallida per una città che solo qualche anno fa decantava la propria candidatura nazionale di Città della Cultura. È questa, mi chiedo, la cultura che vogliamo trasmettere ai giovani? Che possono fumare, spacciare, ubriacarsi, vomitare, sputare, sporcare e compiere a tredici anni atti osceni in luogo pubblico? Spero di no, anche perché Seuna è ricettacolo di disadattati, qualcuno che ha già avuto problemi con la giustizia, altri che vivono i propri vent’anni sballati da droghe leggere, ma pur sempre droghe, che gli annebbiano il cervello e gli fanno credere che la giovinezza sia questa: bere, fumare, litigare perché incapaci di dialogare e di rispettare il prossimo, soprattutto se adulto.
Da quattro anni io e i miei collaboratori veniamo insultati e additati quali infami, spioni, senza tralasciare turpiloqui qui irripetibili. Questo perché spesso costretti a far intervenire le forze di polizia per riportare la situazione a una temporanea serenità. Tal volta, tutto questo sotto gli occhi di altri adulti che non muovono un dito, ma anzi, dietro le quinte infarinano l’odio di questi bulletti e incentivandoli a non dare ascolto quando gli si dice di non sporcare, sputare e litigare.
Con l’aiuto della polizia e di alcuni residenti eravamo riusciti a ripulire questo angolo di città che riteniamo i nuoresi debbano vivere e goderne, NON evitarlo per paura di essere coinvolti in risse o insulti gratuiti da orde di giovani anche in numero di trenta o quaranta. Tutti i pomeriggi.
Spesso siamo costretti a chiamare la polizia, i vigili urbani non vigilano se non per verificare la ztl, che è giusto, sia ben inteso, ma non possono sorvolare su un gruppo di quaranta ragazzini che sporcano, spacciano, danneggiano le piante, il prato, rompono il rubinetto della fontana che siamo riusciti due anni fa a rimettere in servizio. Tutto questo non è giusto, non possiamo più andare avanti in questo modo. È necessario che l’Amministrazione, la Prefettura e la Questura intervengano in maniera decisa e definitiva per restituire pace e serenità ad un quartiere che non merita di essere trattato come una delle peggiori periferie metropolitane del peggior Paese. Abbiamo il diritto di essere rispettati, di poter lavorare serenamente e non vedere i nostri sforzi danneggiati da giovani insolenti convinti di essere i padroni del mondo e di Seuna. Ragazzi che arrivano da tutti i rioni di Nuoro a fare i bulletti, arrivano da Oliena, Orani e Orotelli. Basta, siamo stanchi.
Personalmente mi sono anche stancato di dover dedicare ore del mio tempo lavorativo e non, negli uffici della Questura per visionare immagini e denunciare chi di tanto in tanto si presenta a minacciare verbalmente e fisicamente me e i miei collaboratori, solo perché non è capace di essere una persona civile in questo mondo.
Se si dovesse arrivare ad episodi gravi, come già in passato più di una volta è successo, non ci vengano a chiedere di partecipare a fiaccolate o tavole rotonde per esprimere solidarietà o parlare del problema, perché in questi quattro anni abbiamo in più occasioni posto in evidenza delle Istituzioni e delle forze di polizia il disagio che viviamo. Un disagio che era stato risolto e che ora sta riprendendo con il nuovo corso di giovani che non sono adulti, ma pensano di esserlo.
Il fatto inconfutabile e preoccupante è che qui si proteggono le malefatte riconducendole a ragazzate e non si tutela l’immagine di una attività che rischia di essere danneggiata dalla pessima reputazione che il quartiere e l’area nello specifico possono assumere. Non è sufficiente darci l’area verde in gestione se poi non si è in grado di preservare il nostro diritto al lavoro. Basta riempiersi la bocca di paroloni, ma tenendo le mani in tasca per non rovinarsi le unghie.
Chiediamo un incontro e un intervento di chi ha le competenze per discutere seriamente la risoluzione di un problema che rischia di sfuggirci di mano”. Luca Cossu