Centinaia di pastori davanti alla Regione: “Siamo in ginocchio, a rischio centomila posti di lavoro”

Sonia

Centinaia di pastori davanti alla Regione: “Siamo in ginocchio, a rischio centomila posti di lavoro”

giovedì 20 Ottobre 2022 - 16:41
Centinaia di pastori davanti alla Regione: “Siamo in ginocchio, a rischio centomila posti di lavoro”

La manifestazione dei pastori a Cagliari (foto Bustianu Compostu)

«Avremo 23 milioni al meno all’anno per cinque anni».  Questo è quello che ha spiegato Fabio Pisu, uno dei portavoce del movimento pastori  parlando questa mattina  al microfono dal cassone di un camion durante la manifestazione a Cagliari con appuntamento n via Roma davanti al Consiglio regionale. L’appuntamento era per le 11.00  e in mezz’ora il salotto buono della città si è riempito di un centinaio di allevatori  che hanno protestato  per lanciare un nuovo grido di allarme sulla crisi delle campagne. Al centro della protesta la crisi irreversibile del settore ovicaprino

Manifestazione dei pastori a Cagliari (foto E.Rubiu)

Manifestazione dei pastori a Cagliari (foto E.Rubiu)

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è la ripartizione dei fondi arrivati dalla comunità europea con la Pac.

«L’Europa aveva indicato bene i criteri di ripartizione e invece il Governo italiano ha favorito le cinque sei regioni del Nord che già avevano tanto» è stato detto.

Soldi che mancheranno all’appello, temono i pastori, nel nuovo piano di aiuti regionale, il Psr. Per questo una delegazione ha chiesto e ottenuto un colloquio con i capigruppo regionali. Presentato un documento di richieste che può essere sintetizzato in un’unica frase: non lasciateci soli.

«Le campagne sono la vita della Sardegna – ha spiegato Nenneddu Sanna, uno dei portavoce della storica battaglia del latte versato per le strade – alla Regione chiediamo soluzioni e spiegazioni: perché questo menefreghismo nei nostri confronti». Per Gianuario Falchi una situazione che si può anche tradurre in cifre: «Se non ci dovessero essere i rimedi giusto – ha spiegato – le campagne rischiano di perdere oltre centomila posto di lavoro».

Sì perché il taglio sui fondi comunitari va ad aggiungersi a una situazione già gravissima per gli effetti della guerra e del caro energia: «Il mangime – ha sintetizzato Falchi – è passato da 30 a 50 euro al quintale, il concime da 40 a 130, il gasolio da 0,60 a 1,51 euro. E abbiamo pure paura di usare le mungitrici elettriche: la bolletta è passata da 800 a 2500 euro». E Mario Carai, il pastore che ha aperto gli interventi, ha rimarcato: «Le aziende stanno chiudendo. E invece noi vogliamo continuare a esistere». Accanto ai pastori anche i sindaci dei centri dell’interno che vivono soprattutto di agricoltura e allevamento.

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