Nel convegno di qualche giorno fa per la valorizzazione del patrimonio archeologico del Marghine, organizzato a Silanus dalla associazione “Salvamos Orolio”, è giunta la notizia del finanziamento, da parte del Ministero della Cultura, per il consolidamento e restauro di alcuni nuraghi del Marghine. Molti interventi hanno sottolineato la necessità di un piano di valorizzazione del patrimonio ai fini scientifici ed economici.

La memoria non poteva non correre al 1982 quando, sotto la presidenza illuminata di Romano Benevole, la Comunità Montana, allora Merghine-Planargia promosse un piano socioeconomico tra cui la valorizzazione del patrimonio archeologico della zona. A curare gli scavi fu l’ingegner Moravetti al quale si deve la mole di siti archeologici indagati. Tra questi il nuraghe di Santa Barbara a Macomer. Lo stesso Moravetti ha detto, durante il convegno di Silanus, che gli scavi a Santa Barbara non sono certo conclusi. Il nuraghe ha rivelato una frequentazione ininterrotta dal periodo nuragico al medioevo. Sono stati trovati monete e vasellame dal periodo punico, poi romano fino al sesto secolo.

Il sito conserva le tracce di un villaggio abitato, perlomeno, fino all’alto medioevo, come confermano alcune ceramiche, cosi dette a cerchielli, classificate allora dal professor Lilliu. Più avanti le rovine della chiesetta di Santa Barbara, che abbiamo conosciuto piu integra, come da una vecchia cartolina, che, sempre Lilliu, definiva “molto antica”, e come del resto denota l’intitolazione che la porta al medioevo. La valorizzazione di tutto il complesso sarebbe una ricchezza per l’intero territorio.

Pier Gavino Vacca