I progetti di Abbanoa si aggiudicano ben 50 milioni di euro dei fondi PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza) destinati a interventi finalizzati alla riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua, compresa la digitalizzazione e il monitoraggio delle reti.
Il via libera è arrivato dal Ministero delle Infrastrutture. Ulteriori 3,9 milioni di euro sono invece previsti come cofinanziamento dai fondi del bilancio di Abbanoa. Dei 265 milioni di euro disponibili per il Mezzogiorno tramite il bando del Ministero, la Sardegna con il gestore unico del servizio idrico integrato ne conquista quasi il 20%.
“È un risultato eccezionale” sul quale aveva scommesso il Consiglio d’Amministrazione di Abbanoa guidato dal presidente Franco Piga. In tempi record i tecnici e gli uffici di Abbanoa hanno predisposto tutta la documentazione per consentire all’EGAS, di partecipare al bando come soggetto proponente, mentre, Abbanoa, oltre ad aver predisposto i progetti, figura anche come soggetto attuatore.
Il progetto prevede la realizzazione di opere che ricadono proprio in questa seconda fase e interessa i centri urbani di 15 comuni prevedendo la riqualificazione delle reti idriche mediante una serie di interventi manutentivi riguardanti prevalentemente la sostituzione di condotte esistenti e il rifacimento degli allacci alle varie utenze collegate.
I quindici centri interessati sono Nuoro, Olbia, Sassari, La Maddalena, San Teodoro, Porto Torres, Bosa, Siniscola, Cabras, Budoni, Selargius, Tempio Pausania, Terralba, Sestu e Sorso.
Complessivamente Abbanoa ha già avviato il programma di ingegnerizzazione in 235 Comuni della Sardegna con ulteriori interventi previsti. L’attività di efficientamento e lotta alle perdite idriche svolta da Abbanoa ha già consentito negli ultimi anni di ridurre sempre più la quantità d’acqua prelevata, trattata e distribuita in rete: dai 272 milioni di metri cubi immessi in rete nel 2013 si è passati ad appena 219 milioni di metri cubi nel 2021 con una diminuzione di ben 53 milioni di metri cubi in otto anni. Tutto questo nonostante l’aumento del numero delle utenze servite: passate da 713mila a 724mila nello stesso arco di tempo.