Dai sogni e gli enigmi di René Magritte e Giorgio de Chirico alle fotografie allo specchio di Florence Henri, dagli esperimenti di visionari come Georges Méliès alle sculture anamorfiche di Marc Didou, e poi le performance dell’uomo invisibile Liu Bolin fino ai meravigliosi paradossi dell’era digitale. Si potrà giocare con i sorprendenti e conturbanti ‘scherzi’ della percezione al MAN di Nuoro, dove l’8 luglio aprirà la mostra “Sensorama. Lo sguardo, le cose, gli inganni“, allestita fino al 30 ottobre.
L’esposizione, la prima concepita dalla neo direttrice Chiara Gatti (alla guida del museo dallo scorso 1 febbraio), esplora attraverso varie forme d’arte il confine tra realtà e apparenza, interrogandosi su “How your eyes trick your mind”, come gli occhi ingannano la mente, e spingendo a tornare a un grado zero della percezione, allenando gli occhi a relazionarsi con l’illusione o il suo contrario. «Sarà davvero una grande palestra per lo sguardo, in questa mostra succedono cose strane, bizzarre, magiche, con una bella miscela di linguaggi – garantisce Chiara Gatti, che cura la mostra insieme a Tiziana Cipelletti – è la nostra prima uscita ufficiale e ci abbiamo messo tanta energia».
Il progetto punta a svelare la complessità dei fenomeni cognitivi e le meraviglie della percezione: una sorta di antidoto per risvegliarsi dal predominio dello schermo di pc e smartphone, «dopo che durante la pandemia ci siamo sorbiti musei virtuali, webinar e mostre online – spiega la direttrice, che resterà in carica per 3 anni. Abbiamo pensato che le persone possano non essere più abituate a osservare le opere d’arte: noi vogliamo invitare il visitatore a guardarle bene, perché in ognuna di esse può sempre nascondersi un enigma – prosegue, – qui ripercorriamo tutto il ‘900: iniziamo da de Chirico e Magritte, e poi proseguiamo con il cinema d’avanguardia, passando per Orson Welles, fino alle anamorfosi, gli ambienti spettacolari come la stanza di onde magnetiche di Peter Kogler o il tappetone a vortice di Marina Apollonio. Il pubblico potrà entrare e uscire dalle opere: la mostra lavora sullo sguardo, sull’inganno ottico, proprio per scoprire quanta verità c’è».
Realizzata con il contributo scientifico di Baingio Pinna del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Sassari, l’esposizione prende il titolo dal nome di una macchina ideata nel 1957 dal regista statunitense Morton Heilig per testare esperienza sinestetiche nel suo cinema d’esperienza, al fine di amplificare impressioni, oltre che sonore con audio stereofonico, persino tattili, dinamiche e olfattive. Con “Sensorama” il MAN sceglie dunque un progetto di grande impatto per invitare il pubblico (soprattutto giovane) a tornare a stupirsi di fronte ai paradossi della vista e ricominciare a osservare le opere con sguardo indagatore.
«Sono eccitata di vedere quale effetto avrà sui visitatori – afferma Gatti – ragionare sulla percezione dopo la pandemia ci è sembrato un tema importante, proprio perché crediamo che il museo oggi debba lavorare per la collettività e avere un ruolo civico».
Quali progetti ha pensato per i prossimi mesi? «Abbiamo in programma uno stimolante confronto il prossimo anno tra arte e architettura, con workshop a cui parteciperanno artisti e architetti, e poi celebreremo i 70 anni dell’esposizione di Guernica di Picasso in Italia, avvenuta nel 1953. Questo ci darà la possibilità di riflettere sulla guerra, grazie a un’opera che è un manifesto universale, in grado di parlare a ogni uomo e a ogni epoca». Tra le iniziative di questi primi mesi della sua direzione c’è stato il lancio di una call per giovani artisti sardi: «Sì, mi piacerebbe che questa splendida regione si aprisse di più al mondo, che si lasciasse contaminare – spiega – la call è per una residenza per 3 giovani sardi al Monte Verità di Ascona. I risultati ci saranno a settembre. Ovviamente poi dalla Svizzera arriveranno altrettanti artisti che lavoreranno sul paesaggio della Sardegna».