È stata innagurata sabato 1 luglio nella Casa Natale dello scultore Francesco Ciusa in via Chironi – angolo via Alberto Mario – nello storico rione di Santu Predu, la mostra “Sorelle″ di Angela e Daniela Salerno.
Si tratta di una esposizione di quadri oli e acquerelli, dove Angela raffigura principalmente il gabbiano, rappresentato in ogni momento della giornata e della notte mentre vola, anche in un insieme di miniature. Un lavoro iniziato in concomitanza con i primi casi di Covid e sviluppato durante la pandemia, perché il Gabbiamo? «Perchè il volo del gabbiano – dice Angela- durante il periodo di restrizioni, necessarie, ci dava un senso di libertà, il volo ci fa sentire l’aria, il profumo del mare, della natura, il rumore delle onde, il desiderio che tutto finisca e il ritorno a godere la libertà nel migliore dei modi senza paure».
Per Angela non è la sua prima esposizione in città mentre per Daniela è la seconda volta: le sue opere con acquerello raffigurano vari aspetti della vita e dei luoghi in Sardegna, dal sito archeologico di Santa Cristina (Paulilatinu) a Oristano, al nubifragio, la pioggia. il tutto con un accostamento di colori molto vivaci, intensi e leggeri che la stessa artista riesce a rendere interessanti e attraenti per il visitatore.
Il lavoro più interessante di Daniela è la sua opera di intreccio di lana esposta all’interno di una sala: figure geometriche che che aiutano il visitatore a sviluppare la fantasia con molta attenzione e apprezzare il suo senso artistico.
Una mostra da visitare, che resterà aperta fino al 15 luglio dalle 11.00 alle 13,30 e dalle 17,00 alle 20,00, Casa Ciusa rappresenta oggi, grazie al patrocinio del Comune, un luogo dove i giovani artisti Nuoresi espongono le loro opere e le portano a conoscenza di tutti, non solo della cittadinanza.
Un Sindaco di Nuoro in passato aveva affermato: «Via Sebastiano Satta, vicino alla casa natale del vate nuorese e all’omonima piazza, progettata dall’artista Costantino Nivola, potrebbe diventare la via degli artisti, come via Margutta a Roma», c’è da chiedersi perché non supportare questa idea?
F.Nieddu