Addio a Lisetta Carmi, un’anima in cammino: fotografò la Sardegna nel 1964

Salvatore

Addio a Lisetta Carmi, un’anima in cammino: fotografò la Sardegna nel 1964

martedì 05 Luglio 2022 - 07:30
Addio a Lisetta Carmi, un’anima in cammino: fotografò la Sardegna nel 1964

Nuoro (foto Lisetta Carmi)

La fotografia piange una delle sue rappresentanti più libere e sensibili: Lisetta Carmi, un esempio per coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerla di persona.

Un’anima in cammino, il titolo di un documentario realizzato nel 2010 da Daniele Segre, riassume bene l’essenza delle sue varie vite, come lei amava definire la scansione della propria esistenza.

Nata a Genova il 15 febbraio 1924 da famiglia ebraica, nel 1938, con la recrudescenza delle persecuzioni razziali, è costretta ad abbandonare il ginnasio e a proseguire gli studi in privato. Le discriminazioni antisemite vissute in prima persona la segneranno nel profondo. Con l’arrivo dei tedeschi in Italia si rifugia in Svizzera, a Zurigo, dove frequenta il conservatorio.

LA FOTOGRAFIA – L’approccio con la fotografia avviene in Svizzera. Agli inizi degli anni Sessanta, poi,  accompagna in Puglia l’amico etnomusicologo Leo Levi, dove scatta una decina di rullini in varie località della regione, iniziando così un nuovo capitolo della propria vita incentrato sulla fotografia, capitolo che durerà poco più di un quindicennio, dai primi anni Sessanta alla fine degli anni Settanta.

I TRAVESTITI – Fotografa freelance con vari giornali. Tra i reportage più interessanti, oltre a quello sulle scarse condizioni di sicurezza in cui lavoravano le centinaia di lavoratori del porto di Genova, l’incontro con la comunità transessuale che abitava l’antico ghetto ebraico di Genova – dove è la via del Campo di Fabrizio De Andrè – del 1965, un lavoro durato sei anni, che sarà pubblicato in un volume oggi divenuto introvabile.

Orgosolo (foto Lisetta Carmi)

Orgosolo (foto Lisetta Carmi)

LA SARDEGNA – In Sardegna arriva per la prima volta nel 1964, a Orgosolo, durante la Candelarìa, la grande festa che si celebra l’ultimo giorno dell’anno. Oltre alla preparazione del pane e al girovagare dei bambini per le vie del paese con i loro sacchetti bianchi, fotografa le donne in preghiera all’interno della chiesa, le architetture tipiche, i disegni e le scritte murali, i pastori nei loro ovili sul Supramonte e i funerali di un carabiniere ucciso durante un conflitto a fuoco. Da Orgosolo si sposta a Oliena, dove ritrae le rivendicazioni anticolonialiste e gli slogan contro la Democrazia Cristiana, colpevole di aver favorito i processi di industrializzazione isolani, riportati sulla facciata della chiesa della Pietà; poi va in Baronia, a Irgoli, Onifai e Orosei; nelle fabbriche per la lavorazione del sughero a Calangianus e, infine, in Costa Smeralda, dove fotografa quelle che lei amava definire: “le case pseudo-antiche” e “le speculazioni edilizie dell’Aga Khan”.

EZRA POUND – Nel 1966, a Rapallo, ritrae il celebre intellettuale americano Ezra Pound, che gli varranno il prestigioso Premio Niépce. Seguirà la documentazione dei monumenti funebri del cimitero di Staglieno e poi sarà in Israele, Marocco, America Latina (Venezuela, Colombia, Messico), Irlanda (durante la guerra civile), Afghanistan, Pakistan e India.

L’INDIA – Nel 1976, durante un viaggio in India incontra il maestro induista Babaji Mahavatar, acquisendo da lui nuovi stimoli di crescita interiore che si concretizzeranno nel compimento di un percorso di pratica spirituale. che culminerà, nel 1979, con l’apertura a Cisternino, in Puglia, un Ashram, ovvero una comunità spirituale oltre che un centro di recupero dalla tossicodipendenza e dall’emarginazione.

Nel 2021, il museo MAN di Nuoro le dedica la mostra “Lisetta Carmi. Voci allegre nel buio. Fotografie in Sardegna 1962-1976”.

Salvatore Novellu – © Tutti i diritti riservati

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