Al GAL Ogliastra scatta l’allarme lanciato dal presidente Vitale Pili per i ritardi burocratici che tengono bloccati da due anni, sette progetti d’investimento per complessivi un milione e 700 mila euro di finanziamenti pubblici. Nelle scorse settimane, l’Ente ha inviato sette diffide ad Argea per altrettante pratiche ferme, il Cda chiede di sbloccare le procedure che tengono fermi gli investimenti.
Per dare gambe a questa protesta, il GAL attraverso i propri legali, ha richiesto l’intervento sostitutivo dei vertici delle strutture competenti di ARGEA. Con le diffide i si è intimato ad Argea di prendere in carico le istruttorie, concludere i procedimenti nei termini all’uopo assegnati, con riserva di agire per sanzionare il protrarsi dell’inerzia e chiedere il risarcimento di tutti i danni conseguenti al ritardo.
Il Gruppo di Azione Locale Ogliastra ha ad oggi 7 procedimenti aperti con Argea, 3 dei quali riguardano bandi dedicati al sostegno alle imprese agricole per la trasformazione e commercializzazione dei prodotti, 3 sono relativi a progetti di promozione territoriale compresi tra le cosiddette Azioni di Sistema e uno relativo ad una tranche delle spese di gestione del GAL. «Tra i progetti che giacciono sulle scrivanie – spiega Vitale Pili – ce ne sono alcuni presentati nel 2018, per i quali l’attesa rischia di demotivare e far desistere le imprese».
Il blocco ai bandi trova la sua spiegazione in una sigla: VCM, che significa Verificabilità e Controllabilità della Misura, per i non avvezzi alle sigle incomprensibili della Programmazione Comunitaria, è il sistema di controllo che, preventivamente, i GAL predispongono sul sistema informativo e che deve essere validato da ARGEA, l’organismo pagatore regionale.
Ecco i vari passaggi della procedura: il GAL Ogliastra ha predisposto i VCM a partire dal gennaio 2020 e ha richiesto la validazione dei bandi ad ARGEA per tramite degli uffici preposti dell’assessorato dell’Agricoltura. A distanza di oltre due anni il GAL non ha ancora ottenuto la validazione di tre dei bandi presentati e non può procedere alla pubblicazione.
In sostanza, i progetti bloccati, che ambiscono ad agevolazioni per un milione e 700mila euro, pur essendo trascorsi mesi dalla domanda di accesso, sono ancora in attesa della valutazione. «Il cammino delle domande si è interrotto al primo passaggio burocratico – tuona il presidente Pili».
Stessa cosa dicasi per i progetti relativi alle Azioni di Sistema, dei quali il GAL è beneficiario diretto; in questo caso l’agenzia regionale è incaricata di ricevere, istruire e approvare le istanze relative ai progetti. Dopo oltre 4 anni dalla presentazione, Argea non ha valutato le domande che dovevano essere definite con l’approvazione del progetto e l’adozione del provvedimento di ammissione, non si è sino ad oggi pronunciata e neppure ha sospeso i termini di definizione delle pratiche per acquisire informazioni o integrazioni in merito alle domande di sostegno nonostante il GAL abbia più volte sollecitato la definizione del procedimento.
«Questa situazione di inerzia è fonte di gravissimo disagio per il GAL Ogliastra – fanno sapere dal Cda – che si trova impossibilitato a svolgere le azioni di sostegno necessarie alla realizzazione della strategia di sviluppo locale previste e inoltre, il mancato pronunciamento di Argea pone in serio pericolo il rispetto del termine per la rendicontazione dei progetti ammessi a sostegno che scadrà il 30 giugno 2023. L’Agenzia Argea Sardegna, in persona del Commissario straordinario, suo legale rappresentante pro tempore chiamato a svolgere le funzioni di Direttore Generale pro tempore di ARGEA Sardegna, ha la responsabilità di concludere i procedimenti avviati dal GAL Ogliastra».
«Non ci sono giustificazioni plausibili per questi ritardi afferma ancora Vitale Pili – soffermandosi sui contenuti delle diffide scritte dai legali del GAL – La fase della valutazione del sistema di controllo dovrebbe essere molto rapida perché non è altro che una ricognizione di tipo normativo, nulla che possa giustificare tanto ritardo. Anche la scusa delle carenze di personale è difficile da accettare dopo anni di silenzio. La verità è che alcuni enti pubblici sono severi nel dare i termini agli altri, però la stessa severità non la pretendono da sé stessi. Basterebbe pensare – conclude Vitale Pili – che stiamo superando a fatica una pandemia, che la crisi economica sta fiaccando le aziende, che la fiducia nel futuro dei nostri imprenditori è continuamente minata dall’inerzia della burocrazia, quella burocrazia che riesce a mettere in gioco quasi due milioni di euro tenendoli fermi al palo».