I cosiddetti “Medici in affitto” dell’ospedale San Martino di Oristano sono diventati un caso nazionale. Una vicenda di cui ha parlato già ai primi di maggio il giornale online LinkOristano, ripresa ieri da una nota trasmissione televisiva, e che riguarderà presto anche gli ospedali del Nuorese.
Si tratta di una soluzione attraverso la quale i vertici della Sanità regionale intendono tamponare la grave carenza medico sanitaria dei Pronti Soccorso del San Francesco di Nuoro (attualmente con 4 medici) e del San Camillo di Sorgono (attualmente con 3) che operano in condizioni tremende, da mesi con turni massacranti, mentre un flusso di pazienti attende per ore prima di essere visitato.
I cosiddetti medici in affitto sono privi di specializzazione e perciò destinati ai soli codici bianchi e verdi, ovvero quelli di quei pazienti che accedono in struttura con patologie di minore gravità.
Una scelta regionale contestata dal mondo scientifico e medico il quale ammonisce che non si può inserire personale non professionalmente qualificato per la gestione di emergenze e urgenze.
Si replica, in questo modo, il modello già sperimentato all’ospedale di Ghilarza e poi esteso a quello di Oristano e che a breve arriverà a Nuoro e a Sorgono. Il servizio è gestito dalla società MST Group di Vicenza ma in scadenza proprio alla fine del prossimo mese per cui l’AREUS sta predisponendo un nuovo appalto da nove milioni di euro per assicurare continuità ai medici in affitto.
Da ricordare – come riferisce la testata giornalistica Oristanese – che per “la copertura di un turno di 12 ore alla società esterna è andato un compenso di 945 euro, a fronte di una retribuzione di 700 euro corrisposta al medico impegnato. E questo per personale privo di specializzazione e perciò destinato ai soli codici bianchi e verdi”.