Non si arresta la marcia dei vari Comitati ed Associazioni che, da mesi, si battono per cambiare la situazione sanitaria dell’isola. Il prossimo passo è un incontro di tutte le rappresentanze regionali che il Coordinamento Sardegna Centrale per la Difesa della Sanità Pubblica ha proclamato per sabato 9 aprile, presso l’auditorium comunale di Ghilarza, alle ore 10. L’invito, oltre che a tutti i componenti del coordinamento, è stato inoltrato a tutti i deputati regionali e nazionali, ai presidenti delle Comunità Montane e delle Unioni dei Comuni, ai Presidenti delle Conferenze Sanitarie ed ai Sindaci. Nel frattempo è stato elaborato un lungo documento nel quale si analizza la situazione e si fanno delle proposte. Si parte dalla constatazione che la Sardegna Centrale è isolata rispetto ai due poli sanitari che gravitano intorno a Cagliari e Sassari, ma si realizza che l’evoluzione dei fatti è il frutto di questi ultimi 20 anni. Tra i problemi il taglio delle spese, con una visione aziendale del settore, i tagli dei servizi sanitari di base, delle prestazioni specialistiche ed ospedaliere, mancata previsione del fabbisogno del personale sanitario, le evidenti sperequazioni fra territori riguardo le esigenze di risorse umane e finanziarie. Il Coordinamento, onestamente, è consapevole che tali sperequazioni non possono essere superate se non in tempi medio lunghi. Intanto si potrebbe porre mano ad alcune incongruenze come il numero chiuso che ancora persiste nelle iscrizioni alle facoltà di medicina e scienze infermieristiche e della insufficienza della formazione specialistica. Per iniziare a porre rimedio a questa situazione il Coordinamento fa alcune proposte; far scattare il principio di solidarietà tra aree forti e aree disagiate col ricorso a trasferimenti temporanei di personale disponibile, stabilizzazione di tanti operatori precari, utilizzo dei medici delle USCA e delle Guardie Mediche per supplire l’assenza dei medici di base, rendere possibile la dilazione del pensionamento su base volontaria sino a copertura dei posti vacanti.
Il lungo documento del Coordinamento propone indirizzi ed indicazioni generali per il riordino dei servizi e presidi sanitari, non ultima una politica di prevenzione ed educazione sanitaria. Una inversione, infine, di una politica che vada in direzione della medicina pubblica anziché di quella privata.
Pier Gavino Vacca