Il San Francesco di Nuoro era un’eccellenza anche a livello di senologia e chirurgia plastica fino a qualche anno fa (confermato dallo I.E.0 di Milano).
«Perplessa sì è proprio questa la faccia che avevo, il 24 settembre quando dopo la manifestazione a Cagliari sul degrado della sanità pubblica nel centro Sardegna, come rappresentanti delle associazioni siamo stati invitati a partecipare all’interno del consiglio regionale assieme ai sindaci a un confronto con i nostri rappresentanti politici». La testimonianza è di Francesca Cossu Berte, madre, donna e paziente oncologica nuorese, che ha deciso di affidare queste parole ai social perché per la nostra sanità territoriale non ci siano solo promesse e passerelle ma concreti cambiamenti.
«Quel giorno- prosegue- il signor Christian Solinas presidente non c’era ma Mario Nieddu si e con lui Maggioranza e Opposizione. Effettivamente ci hanno ascoltato e hanno preso nota di tutto».
Dopo sette mesi di lotte continue nel territorio però nulla è cambiato: «Vi chiedo di rileggervi le varie interpellanze, i vari appelli e mettervi una mano sulla coscienza…Ma non toglietela quella mano finché questo disastro non sarà risolto» rimarca Francesca Cossu Berte: «Ovunque si continua a favorire la sanità privata a discapito di quella pubblica, perdura la carenza di personale nei vari ospedali, continuano a chiudere reparti, i pazienti devono girare per la Sardegna per fare visite ed esami che nelle nostre realtà territoriali non si riescono più a prenotare».
«Il San Francesco di Nuoro era un’ eccellenza anche a livello di senologia e chirurgia plastica fino a qualche anno fa (confermato dallo I.E.0 di Milano). Attualmente se una donna si ammala di tumore al seno questo servizio non è più garantito e tanto meno quello della ricostruzione plastica. Se non si è già pazienti oncologiche non si fanno più né mammografie né ecografie al seno. Quindi la prevenzione a questa tipologia di tumori si è azzerata, come del resto le visite ginecologiche con ecografie annesse. Le modalità per ottenere questi servizi sono: il ricovero, le visite in private o in intramoenia. Però ci hanno dato l’ennesimo bollino rosa, per la prevenzione, vicino alle donne, per le donne».
Dice la paziente oncologica e conclude: «Da paziente vedo la decadenza del nostro povero ospedale e mi si spezza il cuore perché i medici e tutto il personale, sono eccezionali e ci mettono il cuore ogni giorno, garantendo turni impossibili e puntualmente sono ancora sotto organico». Poi il monito verso i nostri politici: «Ricordatevi di tenere la mano sulla coscienza, voi che avete la possibilità di curarvi ovunque e non vi ponete il problema di chi non può farlo».