Dopo averla assediata da giorni, le forze russe hanno attaccato la città di Mariupol anche dal mare di Azov. Lo riferisce Petro Andryushchenko, consigliere del sindaco della cittadina ucraina, precisando che gli attacchi delle navi da guerra vanno ad aggiungersi ai raid aerei. “I primi missili – spiega – sono stati lanciati da una nave vicino a Bilosaraiska Kosa, verso la città”. L’ospedale regionale di Mariupol, inoltre, è sempre occupato dalle forze russe “che costringono i medici a curare i loro feriti” e “usano anche i pazienti come scudo contro i tentativi di riprendere il controllo del nosocomio da parte dei nostri soldati”.
Le navi russe presenti nel mar Nero hanno iniziato a bombardare le coste vicino alla città di Odessa, la terza più grande dell’Ucraina e principale porto del paese. Sono stati lanciati razzi e sono stati sparati colpi di artiglieria. Per il momento non sono stati segnalati tentativi di sbarco di truppe. La notizia è riportata sui social da Anton Gerashchenko, consigliere del Ministro degli Affari Interni dell’Ucraina. Il bersaglio sono state postazioni delle forze armate ucraine e infrastrutture militari a sud della città, nella zona di Belgorod-Dnestrovsky. Alle 2.57 (ora locale) è scattato l’allarme “attacco aereo” e le sirene hanno iniziato a suonare in città. I civili sono invitati a raggiungere i rifugi. Analoghi allarmi sono stati attivati negli ultimi minuti anche a Poltava (ore 3), Dnipro (2.56) e Ivano-Frankivsk (2.54) e Leopoli (2.53). Esplosioni sono state sentite nella notte alla periferia di Kiev. Lo riportano gli inviati della CNN sul campo. Le esplosioni sono iniziate dopo il tramonto.
L’Ucraina accetta ormai il fatto che non potrà entrare nella NATO, ma chiede garanzie per la propria sicurezza riservandosi il diritto di stringere patti con singoli Paesi. Si va delineando, attraverso le parole del presidente Volodymyr Zelensky, la posizione di Kiev nelle trattative per la fine della guerra. Ma Vladimir Putin gli risponde con una chiusura: “L’Ucraina non mostra di voler seriamente trovare soluzioni mutualmente accettabili“, ha affermato il capo del Cremlino in una telefonata con il presidente del Consiglio UE Charles Michel.
A difesa dell’Ucraina si è schierata con forza la Polonia, che ha chiesto una “missione di pace” della NATO, per consegnare aiuti, “protetta da forze armate”. Certo, anche le posizioni più dure possono essere interpretate come mosse tattiche per ottenere di più nelle trattative. Ma è evidente che il negoziato continua in salita, nonostante lo stesso Zelensky mostri ottimismo, assicurando che i colloqui tra le delegazioni russa e ucraina, proseguiti anche oggi in videoconferenza, stanno andando “abbastanza bene” e che una nuova sessione è prevista per mercoledì. Quanto al ruolo dei mediatori internazionali, il presidente ucraino ha sottolineato l’importanza del colloquio avuto lunedì con il primo ministro israeliano Naftali Bennett, che ha parlato anche con Putin. Mentre il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu è arrivato in missione a Mosca per poi dirigersi a Kiev.