“Bellezza Italia”: percorsi di memoria collettiva lungo il Rio Posada

Sonia

“Bellezza Italia”: percorsi di memoria collettiva lungo il Rio Posada

mercoledì 16 Marzo 2022 - 12:32
“Bellezza Italia”: percorsi di memoria collettiva lungo il Rio Posada

Fenicotteri sulla foce del Rio Posada (foto Angelo Lauria)

Il nuovo progetto della campagna Legambiente-Gruppo Unipol interesserà l’area dell’ex Peschiera di Posada, nel cuore del Parco naturale regionale di Tepilora, dove sarà attivo il Centro di Educazione Ambientale e alla Sostenibilità gestito da Legambiente Sardegna

Dall’analisi degli eventi estremi alla creazione di un osservatorio sulla foce del delta, le azioni della campagna contribuiranno a far conoscere un contesto paesaggistico unico, tanto pregevole quanto fragile: un hotspot di biodiversità, minacciato da alluvioni ed effetti dei cambiamenti climatici

Rendere le comunità sempre più consapevoli e protagoniste nella difesa di un territorio unico per biodiversità, patrimonio identitario e paesaggistico, oggi fortemente minacciato dagli effetti dei cambiamenti climatici. È l’intento chiave del nuovo progetto di “Bellezza Italia – Tuteliamo insieme le meraviglie del Paese”, la campagna promossa da Legambiente e Gruppo Unipol che quest’anno fa tappa a Posada, in provincia di Nuoro.

Arroccato su una collina calcarea sormontata dall’antico Castello della Fava, il pittoresco borgo medievale domina la pianura alluvionale attraversata dal delta del Rio Posada, ricompresa all’interno del Parco naturale regionale di Tepilora che vede nel corso d’acqua l’elemento di connessione dell’area protetta, abbracciando anche i Comuni di Bitti, Lodè e Torpè. Un Parco da quasi 8 mila ettari – tra foreste segnate da sentieri e sorgenti, un delicato sistema costiero e mare cristallino – che è area core della Riserva di biosfera “Tepilora, Rio Posada e Montalbo” riconosciuta dall’Unesco nel 2017. Da febbraio 2021, inoltre, l’area della foce è tutelata dalla Convenzione di Ramsar.

Foce del Rio Posada, delicato hotspot di biodiversità. Nella zona umida della foce, gli stagni Longu e Tundu ricevono le acque dolci del Rio Posada e comunicano con il mare tramite la bocca artificiale di Sos Palones, rientrando nella rete stabile di stazioni per la migrazione annuale degli uccelli acquatici. La vegetazione del luogo presenta associazioni tipiche dell’ambiente ripariale: giunchi, tamerici, salici, canne che offrono ospitalità a specie faunistiche come il fenicottero rosa nelle sue lunghe soste invernali, la gallinella d’acqua, il cormorano, l’airone cenerino (guardabuoi e rosso), la garzetta e il germano reale. Nel vicino Rio Santa Caterina, inoltre, nidifica il pollo sultano, specie che resiste spontaneamente in Italia nella sola Sardegna.

Un contesto tanto pregevole quanto fragile, dove gli effetti della crisi climatica appaiono più evidenti che in altre aree della Sardegna: nelle forme più drammatiche delle morti causate dalle alluvioni e in quelle più affascinanti dei paesaggi temporanei modellati dall’acqua. Particolarmente esposta agli eventi climatici estremi, l’asta del Rio Posada presenta infatti un alto rischio alluvionale: sia nelle aree più interne, per via dell’abbandono colturale e della ridotta capacità di gestione selvicolturale, sia nella vasta zona umida della foce e nella fascia costiera, segnata dall’incremento della pressione antropica da turismo balneare, tra infrastrutturazione e pratiche di gestione che per anni, in un passato non troppo remoto, non hanno tenuto conto degli equilibri ecologici, come nel caso dello spianamento delle dune a vantaggio della spiaggia fruibile.

Instabilità dei versanti, accumulo di biomassa su grandi estensioni, erosione dunale con conseguente perdita di resilienza rispetto agli assetti idrogeologici sono i fenomeni di maggiore rilevanza osservati.

“Fino a oggi, dopo ogni evento climatico estremo, la natura e il lavoro della comunità hanno consentito di ripristinare uno stato d’equilibrio: questa capacità, tuttavia, genera un’interruzione nella memoria collettiva e nella consapevolezza diffusa, dal momento che pochi mesi dopo le catastrofi non rimane traccia del dramma

vissuto dal territorio, specie nella sua componente ambientale. – spiega Edoardo Zanchini, vicepresidente nazionale di Legambiente – Su questo fondamentale fabbisogno di conoscenza vuole agire il nostro progetto,

affinché nella disponibilità di tutti, residenti e turisti, adulti e bambini, rimangano prove tangibili della fragilità del territorio e una sollecitazione a risposte collettive e coscienti”.

“Con questo progetto confermiamo il nostro interesse a comprendere meglio gli effetti del cambiamento climatico, per stimolare azioni orientate a potenziare la resilienza dei nostri ecosistemi – afferma Maria Luisa Parmigiani, Responsabile Sustainability del Gruppo Unipol – Il luogo, di pregevole biodiversità, permette inoltre di cogliere le sempre maggiori connessioni tra il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità, la prossima sfida che dovrà essere considerata nelle valutazioni del settore finanziario”.

Percorsi narrativi per la memoria collettiva. Il progetto interverrà sull’area dell’ex Peschiera di Posada, ideale punto di cerniera tra l’area naturale, il litorale sabbioso e la frazione di San Giovanni, località tra le più frequentate durante la stagione estiva. Un luogo dal forte valore identitario per tutte le comunità che gravitano sul Rio Posada e che diventerà Casa del Parco e sede operativa per il Centro di Educazione Ambientale e alla Sostenibilità, già attivato in altri locali dal Comune di Posada e gestito da Legambiente Sardegna dal 2009. L’intento è quello di farne nuovo importante punto di riferimento per i visitatori, dalle scolaresche in gita ai turisti in cerca di informazioni sull’area protetta, così come per i tanti escursionisti che percorrono la foce in kayak.

“L’area circostante l’ex Peschiera è una vera e propria piazza affacciata sulla zona umida, le dune e la spiaggia, la cui bellezza nasconde agli occhi dei più le fragilità legate ai cambiamenti climatici e ai sempre più frequenti fenomeni di dissesto – sottolinea Sara Marongiu, Assessora all’Ambiente del Comune di Posada – Riteniamo fondamentale che un luogo così attrattivo si faccia carico di una missione educativa su cui convergono felicemente gli impegni del Comune, del Parco, di Legambiente e Unipol. Le finalità di questo progetto sono coerenti con quanto attuato negli anni dal nostro Comune, in termini di valorizzazione del paesaggio, tutela della biodiversità, conservazione delle funzioni ecologiche e dei servizi ecosistemici”.

Tre le azioni che verranno realizzate nell’ambito di “Bellezza Italia”: in primo luogo, Legambiente Sardegna condurrà uno studio per analizzare gli eventi climatici estremi verificatisi negli ultimi 50 anni nell’area, prefigurare lo scenario climatico per tutta l’isola e per il bacino del Rio Posada, comunicare le azioni in corso e le buone pratiche per l’adattamento al clima; i contenuti derivanti dallo studio saranno quindi veicolati attraverso un allestimento tematico dell’area, per facilitare la comprensione dei fenomeni, stimolare comportamenti coerenti e proattivi, mantenere viva la memoria; infine, verrà realizzato un punto di osservazione della foce del delta in legno, inserito armonicamente nel contesto paesaggistico, che andrà ad arricchire le funzioni informative ed educative dell’ex Peschiera consentendo di percepire la complessità della zona umida costiera e di apprezzare la ricca avifauna presente e nidificante nel proprio habitat naturale.

La campagna “Bellezza Italia”. “Bellezza Italia” è una campagna promossa da Legambiente in partnership con il Gruppo Unipol che si propone di valorizzare il patrimonio artistico-culturale e naturale della Penisola.

Diversi, negli anni, i progetti realizzati grazie al coinvolgimento di società civile, imprese e istituzioni impegnate in attività di sviluppo sostenibile, riqualificazione e recupero sociale e ambientale dei luoghi toccati dalla campagna. Dai “Guardiani della Duna”, imperniato sulla tutela della zona dunale di Marina di Alberese, sul litorale della Maremma in Toscana, a “Sui Binari della Bellezza” che ha consentito il recupero della stazione di San Stino di Livenza, in Veneto; passando per “Tra le mura e il mare: il sentiero degli argonauti”, progetto di riqualificazione dell’area archeologica di Paestum, in Campania, fino alla più recente “Mappa dei giardini panteschi”, articolatasi nel censimento e nella proposta di un itinerario tra i giardini simbolo del patrimonio paesaggistico-agronomico dell’isola di Pantelleria, in Sicilia.

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