Guerra in Ucraina. Nuovo corridoio umanitario concordato da Mosca e Kiev

Sonia

Guerra in Ucraina. Nuovo corridoio umanitario concordato da Mosca e Kiev

mercoledì 09 Marzo 2022 - 12:52
Guerra in Ucraina. Nuovo corridoio umanitario concordato da Mosca e Kiev

Missile incastrato in una parete

La guerra tra Russia e Ucraina arriva al quattordicesimo giorno.  Lo scenario oggi si apre con un nuovo corridoio umanitario concordato da Mosca e Kiev per consentire l’evacuazione dei civili da Sumy a Poltava, città rispettivamente situate nell’area nord orientale e centrale del Paese. Come confermato dal governatore regionale di Sumy, Dmitry Zhivitsky, sarà possibile partire sia con mezzi propri che con dei pulmini che saranno scortati dalla Croce Rossa internazionale. Nelle ultime 24 ore circa 5 mila persone hanno lasciato la città che, tuttavia, al termine della tregua umanitaria è stata nuovamente bombardata e rischia di finire sotto il controllo russo. I bombardamenti sono proseguiti anche nella vicina Kharkiv, la seconda città per importanza dell’Ucraina con i suoi circa 1,4 milioni di abitanti, che da oltre dieci giorni è di fatto sotto assedio. Il ministero della Difesa russo, tuttavia, ha annunciato che anche oggi sarà in vigore un cessate il fuoco per consentire la fuga dei civili nelle città sotto attacco di Kiev, Chernihiv, Sumy, Kharkiv e Mariupol: queste rotte, tuttavia, sono quelle allestite da Mosca per condurre i civili ucraini in Russia e Bielorussia e non vengono “accettate” dalle autorità di Kiev.

Gli Stati Uniti respingono l’offerta della Polonia sui MiG-29.

«Gli Stati Uniti respingono la proposta della Polonia di trasferire i caccia MiG-29 di Varsavia presso la base aerea di Ramstein, situata in Germania». Come riferito da un portavoce del Pentagono.

Questa prospettiva solleva “serie preoccupazioni” per la Nato ed è quindi da considerarsi “non percorribile”. La questione dell’invio degli aerei polacchi, residuati bellici di epoca sovietica, era tornata in auge lo scorso fine settimana in occasione della visita a Varsavia del segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ma era stata rapidamente accantonata dal governo del Paese esteuropeo. Ieri, tuttavia, c’è stato un nuovo cambio di passo: in una nota del ministero degli Esteri polacco, infatti, è stato annunciato che le autorità di Varsavia sono pronte “a inviare immediatamente e gratuitamente” i loro MiG-29 a Ramstein e, in cambio, ricevere dagli Stati Uniti “velivoli usati con capacità operative analoghe”, peraltro previo pagamento. Un’operazione naufragata rapidamente viste anche le perplessità degli Alleati della Nato: la Russia, infatti, ha fatto intendere che l’imposizione di una no-fly zone sui cieli ucraini, così come l’invio di aerei da combattimento, sono mosse che verrebbero interpretate come una partecipazione di fatto al conflitto. Un rischio troppo elevato, quindi, per un Paese già esposto come la Polonia che si sarebbe messo “nel mirino” di Mosca, ma ancor di più per l’intera Alleanza che, in base all’applicazione dell’articolo V del Patto atlantico, si troverebbe costretta a intervenire in caso di attacco contro uno Stato membro.

La diplomazia della Turchia

Mentre la situazione sul terreno sembra procedere in una sostanziale fase di stallo, l’iniziativa diplomatica turca avviata nei giorni scorsi dal presidente, Recep Tayyip Erdogan, sembra portare a casa il primo risultato. Domani, infatti, i ministri degli Esteri di Russia e Turchia, Sergej Lavrov e Dmytro Kuleba, si incontreranno ad Antalya – un giorno prima del Forum della diplomazia che prenderà il via venerdì nella città turca – insieme al loro omologo di Ankara, Mevlut Cavusoglu, che svolgerà di fatto il ruolo di mediatore. È il primo incontro diretto fra Lavrov e Kuleba dall’inizio dell’operazione militare russa e l’auspicio è che possa portare a un risultato più concreto rispetto a quelli ottenuti dalle delegazioni di Mosca e Kiev che per tre volte si sono riunite in Bielorussia negli ultimi giorni per negoziare un cessate il fuoco definitivo.

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