Quando si entra nella spirale della burocrazia è difficile uscirne e, a volte bisogna, bisogna tentare tutte le strade, compreso ricorrere alla stampa, come ha fatto la protagonista della vicenda che andiamo a raccontare, che ha contattato la nostra redazione, sperando che l’eco mediatico possa servire a smuovere le acque.
LA STORIA. Una ragazza di un paese del Nuorese, da circa un anno, sta lottando per ottenere la pensione d’invalidità per la madre con un grave handicap. Non è il primo e non sarà l’ultimo caso ma, in questi ultimi mesi, sono aumentate le persone che non riescono a contattare l’INPS per avere delucidazioni in merito alla legge 104, nonostante abbiano avuto il parere positivo dalla commissione medica dell’ASL.
La protagonista della vicenda ha effettuato la visita più di due anni fa, il 31 luglio 2020, e in quell’occasione le è stato riconosciuto un livello grave di disabilità: «Da allora – spiega la figlia – passano circa 7 mesi e, a febbraio del 2021, la commissione medica accetta la domanda». L’altro passaggio per l’erogazione della pensione spetta all’Istituto di previdenza: non solo i soldi non sono mai arrivati ma i parenti dell’invalida non riescono nemmeno a contattare telefonicamente l’INPS per avere ragguagli.
«Durante questi mesi, intanto, la situazione psico-fisica di mia madre è peggiorata. La risposta al sostegno dovrebbe essere tempestiva» dice la figlia della donna. «Non solo mia madre ma anche chi si trova a condividere con lei la disavventura, deve affrontare tante spese, per le terapie, il personale specializzato e i rimborsi viaggio per le visite specialistiche. Non è pensabile che non avendo ciò che di diritto c spetta siamo costretti a indebitarci per sostenere questa tipologia di spesa».