Nuoro. Circa 1000 studenti e relative famiglie nella spirale del virus

NUORO. Il Covid non da tregua e, con ogni probabilità, la Sardegna da lunedì sarà in zona gialla. Se è vero che c’è stato un lieve calo dei contagi, infatti, la pressione sugli ospedali resta sopra il livello di guardia.

La quarta ondata caratterizzata dalla variante Omicron sta generando un impatto  psicologico pesante, specialmente tra i ragazzi.

E anche a Nuoro il virus corre veloce, soprattutto all’interno degli istituti scolastici di ogni genere e grado. Nel distretto sanitario del Nuorese, che conta tutta la provincia escluso Sorgono e Macomer, sono circa 1000 gli studenti segnalati per una positività al Covid o per essere entrati in contatto con un compagno di scuola infetto.

Secondo una prima stima effettuata dall’ATS assieme ai dirigenti scolastici, inoltre, ci si trova a dover gestire il corretto tracciamento delle positività.

Dalla primaria in poi, se si riscontra un allievo positivo, gli altri compagni di classe possono rientrare, a patto di aver effettuato almeno un tampone antigenico rapido in farmacia, con esito negativo. Dopo cinque giorni giorni, secondo le normative nazionali, il test si dovrà ripetere, sempre in farmacia.

Tuttavia il dubbio insinuatosi nei genitori che in questo periodo si trovano ad affrontare questa criticità è se con un positivo in classe, dopo i canonici  cinque giorni di sorveglianza, il secondo tampone debba essere obbligatoriamente il molecolare oppure è valido anche l’antigenico della farmacia.

L’Ufficio di Igiene pubblica ci ha specificato che, fino a fine gennaio, il test drive dell’ospedale San Francesco è pieno di prenotazioni, e quindi diventa impossibile accettare ulteriore lavoro in quanto non sarebbe poi possibile materialmente processare i tamponi e garantire adeguati tempi di consegna dell’esito, che deve avvenire entro 48 ore dall’effettuazione del test. A questo punto, ribadiscono, va bene anche l’antigienico rapido come del resto prevede la normativa nazionale.

Un’altra spada di Damocle che pesa sui genitori, sopratutto quelli che hanno bambini in una eta scolare tra i 3 e i 6 anni, è il costo di esecuzione del tampone in farmacia, 15 euro da moltiplicare per due, spesa che teoricamente potrebbe dover essere neccessario ripetere tante volte a seconda di come andranno i contagi. Per questa fascia d’età le normative nazionali non prevedono alcun genere di rimborso, che teoricamente è garantito solo per le scuole medie e superiori. Le leggi devono essere dunque riviste, in considerazione del fatto che non tutti possono permettersi di supportare questi costi, specie se la prassi è quella di eseguirlo con la frequenza indicata.

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Sonia