È morta Chiara Samugheo, fotografa delle dive e degli abiti tradizionali della Sardegna

Grave lutto nella fotografia italiana, è morta oggi a Bari Chiara Samugheo, fotografa delle dive negli anni Sessanta e Settanta del Novecento, da Liz Taylor a Monica Vitti, da Shirley MacLane a Sophia Loren, Claudia Cardinale, Gina Lollobrigida. Ne da notizia la famiglia.

Nata a Bari il 25 marzo 1935 (anche se in tanti sostengono che fosse del ’25: la sua data di nascita è stato uno dei segreti meglio conservati della sua vita), vero nome Chiara Paparella, era tornata nel capoluogo pugliese al termine di una intensissima vita professionale trascorsa tra Milano, Roma e Nizza, amica di giornalisti e intellettuali, da Enzo Biagi a Pierpaolo Pasolini, da Alberto Moravia a Giorgio Strehler. Fu il giornalista Pasquale Prunas, a lungo suo compagno di vita, a consigliarle di prendere un nome d’arte scegliendo per lei quello di un villaggio sardo.

L’approdo alla fotografia per il cinema dopo un primo periodo dedicato alla cronaca e a reportage sociali. Poi il successo che l’ha portata a firmare le copertine delle grandi riviste internazionali e ad affermarsi come la prima fotografa professionista italiana. Quello che la differenzia dai suoi colleghi è la capacità di creare con il suo soggetto un dialogo e una profonda intimità, facendoli trapelare dalle sue fotografie. Giocando sull’essenzialità delle linee, sui contrasti cromatici forti, su sontuose acconciature, ha rinnovato in modo eclatante il ritratto di studio, che diventerà un modello per la successiva fotografia di moda e cinema degli anni ’80. Buona parte del suo immenso archivio fotografico, che conta più di 165 mila scatti, è conservato al Centro Studi e archivio della comunicazione (CSAC) dell’università di Parma.

Tra i suoi lavori più interessanti, una documentazione degli abiti tradizionali della Sardegna, ambientati in vari contesti isolani, raccolti in un volume dal titolo Costumi di Sardegna, edito nel 1987 dall’Unione Sarda e introdotto da un saggio di Enrica Delitala.

L’ultima mostra, che volle dedicare a Raffaella Carrà, è stata allestita ad Avellino lo scorso autunno con la curatela di Gianluca Marziani.

S.N.

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Salvatore